Azione, dimissioni di massa nella direzione di Roma

Calenda Azione

In 31 su 52 si dimettono dalla direzione romana di Azione – Il direttivo romano di Azione, il partito di Carlo Calenda, non esiste più. Il 21 novembre ben 31 membri su 52 si sono dimessi, dopo aver firmato una lettera di sfiducia nei confronti della segretaria Noemi Scopelliti. L’organo è stato dunque commissariato nove mesi dopo la sua costituzione, avvenuta a febbraio scorso sulla scia degli ottimi risultati alle amministrative in Comune e nei municipi.
La decisione di dimettersi in massa da parte di circa il 60% dei membri della direzione romana è stata presa oltre dieci giorni fa dopo più di un mese di fibrillazione.

Durante un’assemblea del 10 ottobre già più di un membro della direzione si era alzato esprimendo, con toni più o meno moderati, insoddisfazione per la gestione del partito romano da parte della reggina, romana d’azione, Noemi Scopelliti. Tra loro la più veemente era stata Simonetta Novi, ex segretaria del gruppo di Azione in VIII municipio e da un anno consigliera locale: “La segretaria non stava valorizzando il prezioso lavoro degli eletti, in totale 22 persone tra Comune e municipi – spiega a RomaToday – non si stava andando nella direzione giusta”.

“Segreteria inadeguata, non possiamo permettercelo”

Nessuna fuga da Azione, nessuna spaccatura con il segretario nazionale: “Ci sono state ricostruzioni scandalistiche che hanno creato confusione – prosegue Novi – la realtà è che lo statuto prevede che ci si possa dimettere dal direttivo, lo ha fatto la maggioranza dei membri e così adesso verrà commissariato, con una nuova figura che ci traghetterà fino al congresso”. L’auspicio di chi ha firmato la lettera di sfiducia nei confronti di Scopelliti è che si cambi marcia, soprattutto nel rapporto con i territori: “Non è mai stata rilanciata un’iniziativa locale – accusa Novi, prima firmataria della sfiducia – e a livello romano non è stata organizzata nessuna iniziativa importante sui temi cittadini. Siamo un partito giovane ma in espansione, in 3 anni siamo arrivati al 7,7% a livello nazionale, non possiamo permetterci una segreteria non adeguata, che non viene dal mondo delle professioni, né dal civismo e dalle associazioni”.

All’orizzonte ci sono le elezioni regionali e il tempo stringe: “Non possiamo sbagliare questo appuntamento”, continua Novi. Che poi torna sulla genesi delle dimissioni in massa: “Il malumore era stato reso pubblico da tempo – conclude – e nonostante ciò non è stato aperto alcun momento di confronto”. Da qui la decisione della spallata, in applicazione dello statuto di Azione.

De Gregorio: “Assenza di comunicazione con i territori”

Anche la capogruppo in assemblea capitolina, Flavia De Gregorio, ha contribuito a porre fine alla segreteria Scopelliti: “Non c’era una gestione corretta in vista del voto del 12 febbraio – spiega al nostro giornale – con l’assenza di una comunicazione vera con i territori, dai quali ci sono arrivate numerose lamentele. Più volte lo avevamo riportato in assemblea, che tra le altre cose non veniva convocata da mesi. Non c’è nulla di personale, è una questione politica e quando le cose non funzionano ci si dimette”.
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