Così non durerà. La profezia di Cacciari sul futuro dell’UE

Cacciari

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di Luca Sablone – L’immobilismo dell’Unione europea nell’ambito dell’emergenza energetica e sul fronte dell’immigrazione è finito al centro della critica di Massimo Cacciari che, intervenuto a Non è l’arena, si è mostrato molto polemico nei confronti di diversi Stati. Il filosofo ha avanzato una serie di moniti all’indirizzo dell’Ue, appellandosi a un senso di solidarietà che – almeno per il momento – è venuto a mancare. Un concetto che è sfociato anche in una ricostruzione storica del passato.

Cacciari ha fatto notare che allo stato attuale “manca completamente un accordo europeo anche su questioni elementari che ci interessano direttamente”. Il riferimento è ad esempio all’aumento spropositato dei costi che sta mettendo a dura prova le famiglie e le imprese del nostro Paese. Da qui il monito a quei Paesi europei “che hanno enormi vantaggi da questa situazione” mentre altri soffrono in maniera drammatica gli effetti del contesto.

Ecco perché il filosofo ha fatto un richiamo all’Unione europea, facendo notare che la solidarietà dovrebbe essere il collante tra tutti i Paesi membri: “Ma se manca ogni solidarietà che Unione europea è?”. E ha voluto sottolineare che non si tratta di una problematica nata in questi mesi, ma che in realtà continua a essere irrisolta ormai da troppi anni. In tal senso ha citato come esempi la grande crisi della Grecia e le politiche sull’immigrazione.

Cacciari ha voluto sollecitare le leadership nazionali ad attivarsi al fine di promuovere e rilanciare almeno il discorso della solidarietà. “Non dico Stati Uniti d’Europa… Chissà chi li vedrà mai”, ha aggiunto. Per poi lasciarsi andare a una profezia sull’Ue: “Altrimenti un’Unione che si regge soltanto sulla moneta unica, sul mercato e sulla circolazione delle merci ma cosa vuole che duri in una situazione di crisi internazionale come quella che stiamo vivendo?”.

Il filosofo ha voluto riavvolgere il nastro, annotando che dalle guerre si esce con trattati di pace effettivi e non aleatori. “Non strette di mano come quelle che ci sono state alla caduta del Muro da una parte dicendo ‘Noi adesso diventiamo democratici’ e dall’altra ‘Noi non allargheremo la Nato a nessun Paese dell’Est europeo'”, ha spiegato. Infine ha posto l’attenzione sul fatto che è mancato il ruolo dell’Europa “nel condurre il post-guerra, un’Europa che mediasse, che mettesse in relazione, che favorisse i necessari compromessi”. In sostanza ha denunciato la mancanza di una politica estera europea.  www.ilgiornale.it

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