Per tre volte rimandata a casa dal pronto soccorso con tachipirina, ma aveva un tumore al cervello

ricoverata

Aveva un tumore al cervello ma per ben tre volte dal pronto soccorso Dea di Verbania l’hanno rimandata a casa con “diagnosi di cefalea curabile con paracetamolo”. La denuncia arriva dal marito di una docente di 54 anni delle medie Quasimodo di Verbania, Alessandra Taddei, morta lo scorso 20 agosto dopo un anno di cure contro un cancro che le ha devastato la testa. Scrive La Repubblica che il marito ha deciso di raccontare quanto vissuto “perché i medici agiscano con meno leggerezza”.

Francesco Costa si dice “deluso da questa sanità” e si chiede “come farò a tornare in pronto soccorso, dove mi sono sentito umiliato oltre che non ascoltato. Non ho presentato denuncia, mia moglie non si sarebbe salvata, ma avrei avuto le risposte immediate ai nostri dubbi e non avrebbe dovuto soffrire dei giorni in più, finché siamo andati al San Raffaele di Milano”.

Dalle pagine del giornale romano, l’uomo racconta: “Mia moglie ha sempre sofferto di mal di testa, quella sera aveva dolori forti. Quella notte alle 3,07 andammo in pronto soccorso. Fu dimessa alle 4,44. Anamnesi: cefalea senz’aura, presente da anni e acutizzatasi questa notte. Prescrissero delle gocce e paracetamolo. La visita neurologica diceva ‘lucida e orientata’”. Così altre due volte nell’arco di qualche settimana. La terza volta però l’uomo chiamò i carabinieri all’atto delle dimissioni della moglie. Nei giorni successivi nessun cenno di miglioramento.

Al San Raffaele la diagnosi e le cure

Poi il 12 settembre la corsa al San Raffaele in ambulanza dove la donna venne accolta in codice arancione. “È entrata in codice arancione, alle 13. Le hanno fatto esami e Tac, alle 18 il medico mi ha spiegato che avevano trovato una massa voluminosa che premeva contro il cervello. Era il tumore“, racconta il marito. Quindi l’operazione e la radioterapia. Ma il tumore è tornato fino al tragico epilogo il 20 agosto. “Mi chiedo perché nessuno, vedendo che era un caso sospetto, non abbia mandato mia moglie a Domodossola o Novara dove c’è la neurologia”, ha spiegato ancora a Repubblica. “Non si sarebbe salvata ma almeno non avrebbe sofferto” così tanto.  https://notizie.tiscali.it

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