UNIAMOCI “L’unione fa la forza”

Io sono responsabile di ciò che dico e non di quello che gli altri (fra)intendono. Lo ripeto: l’unica cosa che POTREBBE sortire effetti positivi per quella parte di POPOLO, forse oggi addirittura MAGGIORITARIA, antagonista al governo e a tutte le forze politiche del cosiddetto arco costituzionale, SAREBBE innanzitutto  – come abbiamo cominciato a fare con l’iniziativa di Armando Manocchia nel tentare di creare un FRONTE COMUNE per andare a GOVERNARE  – quella di sostenere questa indispensabile e ultima opportunità legittima, democratica e pacifica, per andare al voto, unitamente all’idea lanciata da David Gramiccioli: una manifestazione oceanica a Roma.

Da premettere che né Armando Manocchia e benché meno David Gramiccioli hanno intenzione di candidarsi o di creare un Partito. Sono entrambi chiamati esclusivamente dal dovere perché ritengono che difendere la libertà, difendere la Patria, l’identità e la civiltà è prima di tutto un dovere.

“L’unione fa la forza”

Quando? L’8 di settembre, una data che si ammanterebbe di una suggestione evocativa potentissima. 79 anni dopo un altro armistizio, stavolta è il governo che si arrende al POPOLO SOVRANO. Tra l’altro è un giovedì, giorno di lavori a Camera e Senato. Insomma, il sabato è un giorno più comodo per organizzare un viaggio a Roma, ma un giorno feriale è sicuramente più UTILE alla causa. Del resto la rivoluzione non è una gita turistica.

Orario e percorso.
Alle 15:00, orario che permette un arrivo agevole nella capitale e una ripartenza altrettanto ideale per coloro che verranno da ogni parte d’Italia. Ritrovo in Piazza Venezia, facile da raggiungere dalla Stazione Termini e, grazie alle adiacenti fermate metropolitane, da ogni altro punto della città (fermate Cavour e Colosseo linea B e Piazza di Spagna e Repubblica linea A).

Alle 15:30 il corteo muove verso Via del Corso per terminare in Piazza del Popolo, 1.952 metri di assoluta passione civile, il tutto in un’ora. Nessun palco, nessuna passerella, anche perché a questo punto si direbbero cose oramai stantie e soprattutto strumentalizzabili dal regime mediatico. Nessuna bandiera di partito o associazione, solo il TRICOLORE e nessuna inutile passerella. DEVE essere solamente la manifestazione del popolo e non dei protagonisti in cerca d’autore.

Uno striscione lungo una trentina di metri che recita:”BASTA PAROLE”, apre il corteo, con il silenzio dei manifestanti che diventa fragoroso e devastante.
Avete letto bene, una marcia lenta e silenziosa, civile e pacifica, una roba da brividi. Una cosa che voi umani non riuscirete neanche a immaginare.

Vi chiedete se verrà autorizzata, visto il percorso?
Certo che sì. La manifestazione è un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione. Tutti i portavoce, i rappresentanti di Gruppi, Comitati, Associazioni, Partiti e Movimenti che invitiamo ad aderire promuoveranno la manifestazione e chiederanno, presenziandolo, un tavolo di lavoro per la sicurezza al Prefetto, al Questore, al Capo della Polizia e al Viminale.
Se tanto ci da tanto, swe una manifestazione di questa ipotizzabile portata, 100.000 presenze minimo, persone vere e non millantate, dovesse riuscire, tutti potrebbero attingere da questa forza impressionante. I vari partiti, che oggi a livello nazionale viaggiano attorno a percentuali sconfortanti che l’amico Armando chiama gli ‘zerovirgola’, seppur animati da buoni propositi, potrebbero con i loro portavoce, a brevissimo giro dall’8 settembre, iniziare a lavorare su quel FRONTE COMUNE a cui ha dato vita Armando e definito semplicemente UNIAMOCI e cominciare a strutturare una lista di UNITÀ NAZIONALE, scelta squisitamente e intelligentemente politica. Scegliere 8/10 punti di programma minimo, come giustamente suggeriva Giulietto Chiesa, e presentarsi alle elezioni di primavera. Ma anche tutte le associazioni, noi comuni cittadini, insomma sarebbe un punto di partenza corroborante ed entusiasmante per immaginare un paese e un futuro migliori.
C’è posto per tutti!

Tra l’altro, volendo comprendere certe ambizioni personali, i cosiddetti leaders di questi partiti e movimenti non rischierebbero neppure deleterie sovrapposizioni territoriali, collegiali, visto che risiedono in regioni diverse gli uni dagli altri.
QUESTO SAREBBE L’UNICA COSA UTILE DA FARE. Secondo NOI…ovviamente.

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