Lucca, “Vai via, di qui non ci passi!». Gemma Urbani aggredita da ex consiglieri Pd

Gemma Urbani

di Aldo Grandi – Buongiorno Gemma Urbani. Ieri sera mentre stavamo parlando la conversazione si è interrotta. Abbiamo pensato che fosse stata lei a staccarla per non rispondere alle nostre domande su quello che è accaduto in via Calderia ieri sera dopo la vittoria di Mario Pardini.

No, assolutamente. Mi si era scaricato il cellulare, non ho l’abitudine di non rispondere a chi mi chiama, figuriamoci poi a chi mi chiama per avere spiegazioni.

Ci può raccontare esattamente che cosa è accaduto? Remo Santini, ex candidato a sindaco che si trovava in città e ha assistito alla scena, ha parlato di ‘aggressione verbale’ da parte di alcuni esponenti del centrosinistra.

“Vai via, vergognati, di qui non ci passi!». Queste le parole con cui sono stata aggredita verbalmente da un gruppo di ex consiglieri e rappresentanti del Pd ieri sera in via Calderia. Credo proprio che la sconfitta, nemmeno ipotizzata, sia stata una doccia fredda.
Non si sono voluti osservare i fenomeni di disagio che serpeggiavano nella città e alla fine l’elettorato non ha creduto al racconto edulcorato che veniva fatto. Si è preferito, invece di guardare ai propri errori, attribuire ad altri la responsabilità della sconfitta.

Che cosa, in particolare, le ha dato più fastidio?

Mi ha sconcertato la reazione, perché al di là delle delle parole è stato il livore, che ho percepito, proprio da un gruppo di persone che hanno ricoperto ruoli importanti nell’amministrazione e che si dichiarano paladini delle minoranze e della democrazia. Dispiace perché si dimostra così l’incapacità di comprendere quanto la città fosse stanca e provata dalla mancanza di dialogo di questi anni. Le ragioni della sconfitta le devono rintracciare nel loro agire politico e non nella semplicistica individuazione di capri espiatori.

Ha vinto Mario Pardini e, come sempre accade, la Sinistra non ci sta. E, questa volta, se l’è presa anche con lei che ha soltanto manifestato liberamente il suo pensiero pochi giorni fa.

Mi si accusa di aver espresso pubblicamente indicazioni di voto, come se loro non avessero, fino all’ultimo momento, ricercato in associazioni e personalità pubbliche dichiarazioni di sostegno. Non credo di aver tanto peso, ma la mia indicazione è scaturita da anni di tentativi di interlocuzione mancata. Sono stati soprattutto gli ultimi due atti del governo Tambellini a spingermi a prendere posizione.

Che cosa, in particolare, l’ha spinta a insorgere contro l’amministrazione Tambellini?

Due cose. La prima è il richiesto percorso partecipativo, tutelato dalla regione, che è stato negato. Senza motivazione. La partecipazione tanto invocata, disattesa nei fatti. E nessuno che dalla maggioranza osasse dissentire. Ma la seconda azione politica, per me gravissima, è che sono
stati chiamati a giudizio dei cittadini, con una richiesta risarcitoria che va dai 50 ai 250 mila euro per aver partecipato a una conferenza stampa.
Danno di immagine per il sindaco e alcuni esponenti dell’amministrazione, questa l’accusa, quasi si configurasse un delitto di lesa maestà. È stato richiesto ai «colpevoli» per il ritiro della denuncia, un atto di scuse correlato da una clausola nella quale si afferma che mai si potrà recedere dalla dichiarazione pena l’intimazione al pagamento di 10 mila euro ciascuno. Non so come volete chiamarlo voi questo metodo.

Lei è sempre stata antifascista, ma questa volta si è sentita, addirittura, dare della fascista per aver appoggiato Barsanti-Pardini. Come ci si sente a essere infangati e messi alla gogna?

Tradizionalmente progressista, mi sento profondamente tradita e non mi riconosco nel senso di superiorità morale che è la cifra di questo modo di esercitare il potere. La demonizzazione è lo strumento per far tacere e io non ci sto. Come non ci sto al pensiero omologato. Io credo nei valori dell’alternanza democratica, senza preconcetti, credo che il concetto della partecipazione tanto affermato sulla carta non
possa poi essere bastonato nei fatti.

Lei è sempre stata una persona dotata di forte indipendenza di giudizio e altrettanta autonomia di pensiero. Si rende conto che la presidente dell’Anpi lucchese ha dovuto buttar giù un comunicato con cui spiegava che l’associazione non aveva niente in comune con lei?

Antifascismo per me non è solo commemorazione. Ma è un profondo senso di rifiuto di ogni forma di manipolazione, di intimidazione e di prevaricazione. Credo che oggi più che mai siamo immersi in narrazioni e mistificazione della realtà. In questo senso confermo il mio profondo antifascismo. E penso che l’Anpi dovrebbe attualizzare il suo obiettivo. Senz’altro la memoria è uno strumento che ci induce a restare vigili . Spero che ci sia per tutti materia per un’analisi critica.

Un pensiero con cui chiudere questa breve intervista?

Mentre affermo che non sono disposta ad alcun tipo di strumentalizzazione da parte di entrambe le parti faccio gli auguri a Mario Pardini con la speranza che possa essere il Sindaco di tutti i cittadini lucchesi. Apprezzo la sua mitezza e auspico che l’ascolto sia la cifra principale del suo governo. Quanto a me, se avrò le energie, continuerò a interessarmi disinteressatamente delle sorti della città. Vigilando.

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