Capo della Cia svelò a Zelensky i piani di Putin. 007 Usa a Kiev

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TiscaliNews – Nei mesi che precedettero l’invasione russa dell’Ucraina, il capo della Cia William Burns intraprese due missioni top secret. La prima a Mosca, per recapitare a Vladimir Putin il messaggio che l’Occidente avrebbe risposto con dure sanzioni se avesse attaccato il Paese vicino. La seconda a Kiev, per rivelare al presidente Volodymyr Zelensky i piani del Cremlino, fornendo informazioni cruciali nei primi giorni di guerra per sventare il blitz contro l’aeroporto della capitale.

Il retroscena svelato dal Wall Street Journal

A svelare il retroscena è il Wall Street Journal in un ampio servizio che ricostruisce tutte le tappe della crisi e che accende i riflettori su quella che è stata una figura chiave: il 66/enne William Burns, uno dei più brillanti diplomatici americani, già ambasciatore Usa a Mosca, quindi sottosegretario e vicesegretario di stato nell’amministrazione Obama, durante la quale fu tra i negoziatori dell’accordo sul nucleare insieme all’attuale consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan.

Il capo della Cia volò segretamente a Kiev a metà gennaio per vedere Zelensky e gli rivelò i piani russi e le direttrici d’attacco. Gli spiegò che Putin aveva preparato una guerra lampo puntando su Kiev dalla Bielorussia. E che mirava ad un obiettivo strategico, l’aeroporto Antonov a nord della capitale per far sbarcare i paracadutisti, prendere Kiev e decapitare il governo, saltando così la difesa ucraina ai confini. Informazioni preziose, che hanno consentito di organizzare la controffensiva.

Le truppe russe in aeroporto

Infatti le truppe russe non sono riuscite a impossessarsi dello scalo e alcuni giorni fa si sono ritirate dalla regione della capitale. Probabile che il Cremlino contasse su un’azione di una quinta colonna, composta da collaborazionisti, che doveva favorire l’eliminazione di Zelensky o costringerlo alla fuga.
Gli Usa, in quelle ore drammatiche dell’inizio dell’offensiva russa, offrirono infatti al presidente ucraino una via d’uscita, per portarlo in salvo. Ma lui si rifiutò, continuando a restare nella capitale per dirigere la resistenza.

I viaggi degli Usa a Kiev

Il primo viaggio nella capitale russa, a inizio novembre, era già noto ma il quotidiano fornisce particolari inediti su questa missione inusuale per un capo dell’intelligence, ma non forse per uno con il suo passato diplomatico. A Mosca il capo degli 007 americani lanciò il suo monito in un collegamento criptato con lo ‘zar’ che, isolato nella sua residenza di Sochi, respinse i sospetti di invasione e criticò gli Usa per aver ignorato per anni le richieste di sicurezza russe. Aggiungendo che l’Ucraina “non è un Paese reale”, come disse poi ricordando che i suoi confini furono tracciati arbitrariamente da Lenin e che ora esiste solo perché nel 1991 l’Urss collassò.

Le informazioni di Biden

Tornato a Washington, Burns informò Joe Biden che Putin non aveva preso una decisione ma era fortemente propenso a invadere. Nei tre mesi successivi, mentre Emmanuel Macron e Olaf Scholz facevano viaggi a vuoto al Cremlino nel disperato tentativo di evitare la guerra, la Casa Bianca ha faticato a convincere gli alleati europei a creare un fronte unito. Ma alla fine c’e’ riuscita, grazie anche alle mosse della Cia, che ha rivelato in anticipo le mosse dello ‘zar’.

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