Lavoratori poveri, sono il 24,2%: dati allarmanti

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Lavoratori poveri, dati allarmanti se si valutano i redditi individuali.

La pandemia da Coronavirus ha provocato una grave crisi economica, accentuando ancora di più le differenze tra ricchi e poveri. Solo una settimana fa è stata pubblicata una statistica di Eurostat che fotografa una situazione preoccupante: 1 lavoratore su 10 risultava avere un reddito al di sotto della povertà. Ma quella ricerca – si legge sul Fatto Quotidiano – presentava un difetto non da poco, considerava infatti l’intero nucleo familiare. Sarebbe già grave se fosse così la situazione in Italia, ma la realtà è anche peggio: adoperando un indicatore più sensato, infatti, i lavoratori in povertà diventano almeno uno su quattro, il 25%. Un report redatto da un gruppo di studiosi, economisti, giuristi e sociologi, evidenzia cifre ben diverse da quelle indicate da Eurostat.

Lavoratori poveri

Il loro approfondimento – prosegue il Fatto – si concentra su come il lavoro povero è evoluto negli ultimi 15 anni: in soldoni, la situazione è peggiorata. Questo vuol dire che i lavoratori italiani ancora pagano la crisi del 2008 e la natura delle ripresine successive non ha permesso un solido recupero: il Covid, poi, ha polverizzato buona parte dei progressi.

Il report appena uscito allora ha, prima di tutto, inserito nel calcolo i lavoratori con meno di sette mesi. Così facendo, l’incidenza della povertà lavorativa sale già di un punto e mezzo circa, raggiungendo nel 2017 il 13,2% (in crescita rispetto al 10,3% del 2006). Questo è il dato aggregato, ma si arriva al 21,6% isolando chi è stato part time per almeno un mese. Prendendo come riferimento la retribuzione lorda, la povertà interessa il 24,2% dei redditi individuali.  affaritaliani.it

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