Il Gulag digitale: fine pena mai

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di Marina Mascetti – Stiamo varcando esausti la soglia dei due anni d’incubo non-stop. Da due anni non si parla d’altro e mai come adesso la propaganda del Grande Fratello Sanitario è martellante.

Qualcuno ancora s’illude che il 31 dicembre finisca lo «Stato d’emergenza», e fa male. Già ora il Bollettino delle Disgrazie ulula per tre morti di Covid al giorno, e ignora le migliaia che in quello stesso giorno muoiono di cancro, infarto o eventi avversi al vaccino – per i quali “non c’è correlazione”. Minacciano zone gialle e rosse, coprifuoco e lockdown: siamo tornati alla casella di partenza del Gioco dell’Oca, e le bugie sono sempre le stesse. Faranno passare il Natale (forse) e poi ci andranno giù duro come e più di prima, a botte di varianti, contagi e casi. La storia si ripete e la conoscete già.

È tempo di fare un bilancio. In questi mesi abbiamo lasciato per strada amici d’infanzia che non ti parlano più perché sei un “no-vax”. Ne abbiamo persi altri che frequentano solo i vaccinati – meglio, così si contagiano solo fra di loro. Ma erano veramente amici? Abbiamo visto novantenni con la terza media capire l’inganno più di tanti professionisti laureati che reputavamo intelligenti – ma lo erano davvero?

Lo schema è sempre lo stesso in tutto il mondo, non solo in Italia, e questo fa capire che dietro c’è una regia comune. Come scrive Diego Fusaro, questo è un Golpe Sanitario Globale del capitalismo neoliberista giunto alla sua fase terminale, che ha visto nella pandemia una “grande opportunità” per accrescere e perpetuare il proprio potere in modo sempre più pervasivo.

Nel suo libro “Dopo l’Occidente” la grande antropologa Ida Magli scriveva:«La morte dell’Occidente dipende dalla patologia mentale dei suoi governanti, indotta dal possesso del «Potere», e dall’ansia di volerlo accrescere e consolidare di continuo, senza mai trovare un limite. Nell’Europa, i governanti hanno trovato il modo assoluto per dominare i sudditi: svuotare la loro vita trasformandola in cifre. Sono riusciti a convincere i poveri sudditi che non si può addebitare nulla ai governanti, i quali non devono far altro che presentare il conto». Tutto è governato dalle percentuali, dalle statistiche e dagli algoritmi; l’unica cosa che conta è il bilancio, il debito pubblico ed il PIL.

L’odio fomentato ad arte contro chi non si vaccina (i nuovi untori della peste) è un’arma di distrazione di massa, il classico divide et impera. Nasconde le bugie sui sieri genici sperimentali, spacciati come panacea risolutiva: non rendono immuni dalla malattia e durano circa sei mesi, mentre i vaccini antipolio e antivaiolosi durano tutta la vita. Proprio qui sta il punto: hanno trasformato l’intera umanità in un popolo di malati a vita; ogni tanto tornano sani, ma solo per 48 ore – la durata del tampone. Davanti a Big Pharma c’è un business senza fine: terza, quarta, quinta dose e booster. Pensate che finirà a breve?

Il gulag digitale

Il vero scopo non è la tutela della nostra salute: non un euro in più è stato stanziato dal governo per la Sanità pubblica, mentre quella privata fa guadagni miliardari con tamponi, mascherine, disinfettanti e vaccini. Il Green Pass non è un ‘lasciapassare sanitario’ ma il primo passo lungo la via del controllo totale e computerizzato della vita di ognuno di noi. È il Capitalismo della Sorveglianza (Shoshana Zuboff), che parte dalla salute e si estende a tutto il resto. Al tracciamento sanitario (ottimo pretesto) presto si aggiungerà quello fiscale, bancario, giudiziario, e poi l’abolizione del contante (se non ti comporti bene ti bloccano il conto). Così si arriverà alla sorveglianza totale, con un sistema a punti su modello cinese e sarà la fine di ogni libertà: il Gulag Digitale. (Non c’è bisogno di campi di concentramento, basta casa tua. Ma in Australia ci sono già).

Questo scenario non è opera di “complottisti”: l’ha scritto nero su bianco il Gran Maestro Klaus Schwab (World Economic Forum di Davos) nel libro “La Quarta Rivoluzione Industriale”. L’appendice delinea il loro programma per i prossimi trent’anni. Parte dalle “tecnologie impiantabili” con un chip sottopelle (persino il telefonino), intelligenza artificiale, criptovalute, per terminare con progetti che fanno rabbrividire: la “creazione di esseri umani con genoma editato” e la “memoria artificiale impiantata nel cervello umano” con un chip. C’è da stare allegri.

Già adesso esiste il Gulag Mentale del politicamente corretto: rinunci a pensare, ti convinci che basta obbedire, vaccinarsi, portare la mascherina (segno tangibile di sottomissione alla Dittatura Sanitaria) e comportarsi bene («non ho niente da nascondere»). Molti preferiscono non sapere, perché gli crollerebbe il mondo addosso; è più semplice credere alla TV, ai virologi o al Dragopardo («chi non si vaccina muore»). Dulcis in fundo, l’indimenticato Mario Monti ha appena detto che «bisogna trovare modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione». Verrà “somministrata” come l’olio di ricino di una volta, in dosi pediatriche, come se fossimo tutti bambini. Gli fa eco Monica Maggioni della RAI: «La tv pubblica non darà spazio a chi è in disaccordo con la politica del governo in materia di vaccini» perché «non tutte le opinioni sono uguali». Infatti: alcune sono più uguali delle altre, come nella Fattoria degli Animali di Orwell.

Nell’Unione Sovietica dopo la morte di Stalin vi fu un breve periodo di liberalizzazione della critica al sistema; ma poi quelli che erano stati troppo sinceri finirono nei Gulag. Ricordate quindi che tutto quel che dite e scrivete sul web un giorno potrebbe essere usato contro di voi, e non si cancella. Vi troverebbero ovunque, tracciandovi coi telefonini e il Green Pass. Non sono paranoie: la sorveglianza di oggi è molto più implacabile di quella del KGB, della Stasi o della Gestapo, con telecamere a riconoscimento facciale e prossimamente un bel chip sottopelle per tutti, come se fossimo dei cani. Così non ci sarà nemmeno bisogno del guinzaglio.

Però il Covid ci ha fatto capire che vivevamo in un modo assurdo, ossessionati dal denaro e dal successo, “sempre connessi” giorno e notte, senza più tempo per noi e i nostri affetti. Abbiamo l’opportunità di cambiare e rivedere le nostre priorità, dato che si vive una volta sola.

Scriveva Ida Magli: «La fretta divora l’Occidente, l’assillo di non perdere tempo impedisce di accorgersi che in realtà non si produce quasi più nulla delle cose che contano: pensiero, scienza (la tecnologia è solo applicazione della scoperta scientifica), filosofia, letteratura e arte. Il mercato, la pubblicità, gli indici di Borsa hanno preso il loro posto, e aggiornano il mondo minuto per minuto della loro instancabile attività… Mentre la vita reale degli uomini è proiettata fuori dall’orizzonte di ciò che conta, e quindi affonda nell’indistinto e nell’amorfo».

Gulag digitale, come difendersi

Chi è nato nell’era analogica sa bene che senza il digitale si viveva benissimo lo stesso, anzi meglio: tutto era più semplice ed umano, la gente era più onesta, c’era fiducia reciproca, buonafede. Ma andiamo oltre i bei tempi andati, guardiamo al futuro. In questo scenario distopico una via d’uscita è quella indicata da Ray Bradbury nel romanzo «Fahrenheit 451», ambientato in un mondo dove i libri (e quindi il sapere) erano proibiti: fuggire dalle città imparando i libri a memoria, per conservare cultura e civiltà. Ovvero tornare alla civiltà umanistica che pone l’uomo al centro, all’arte e alla bellezza, al contatto con la Natura, senza l’ossessione del tempo e del profitto. Oggi l’unica difesa – semplicissima – è spegnere il telefonino e la TV, scomparire dai ‘social’ ed entrare in “modalità Amish”.

State pronti, però: la pubblicità dei panettoni mostra i parenti inquadrati dai telefonini in videochiamata, sottintendendo che il prossimo sarà un Natale Digitale “smart”, cioè da remoto. «Fate i buoni», come dice la pubblicità di un panettone. E, soprattutto, non pensate.  www.lagazzettadilucca.it

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