Giorgianni: “Impedimento a denunciare fatti penalmente rilevanti, lascio la toga”

angelo giorgianni

Giorgianni: “Se il fatto di indossare la toga mi deve limitare a esprimere la mia opinione sulla legittimità di atti o di provvedimenti, o peggio ancora di denunciare fatti penalmente rilevanti, anche se riguardano rappresentanti delle istituzioni, allora preferisco lasciare la toga”.

Ad annunciarlo, in una intervista all’Adnkronos, è il giudice Angelo Giorgianni, uno degli autori del libro “Strage di Stato. Le verità nascoste del Covid 19”, che sabato pomeriggio ha partecipato alla manifestazione contro il green pass di Roma.

C’era anche lui sul palco e ha attaccato il Governo. Ma Giorgianni tiene subito a precisare che condanna “gli atti di violenza” contro la Cgil. “La manifestazione è una cosa – dice – quello che è successo fuori è diverso. In quella piazza c’erano mamme, bambini, lavoratori, ed era una piazza internazionale, senza simboli di partiti, e pacifica. Se poi, fuori da quella piazza, qualche delinquente ha commesso atti criminali, non c’entra niente con la manifestazione dei ‘no green pass’. Quelle sono persone ciniche che con il loro comportamento hanno di fatto sporcato una manifestazione di piazza bellissima. Peccato, quegli atti criminali hanno oscurato la manifestazione, perché alla fine si è dato risalto agli atti di pochi delinquenti e non alla presenza di decine migliaia di persone oneste”.

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Poi, il giudice Giorgianni, che in passato è stato sottosegretario all’Interno del governo Prodi, torna a parlare della sua toga. Attualmente è giudice presso la Corte d’Appello di Messina. “Io trovo paradossale che un cittadino non possa esercitare un suo dovere – dice – se si ritiene che siano stati commessi dei reati da parte di chiunque, allora si agisca di conseguenza. Il mio datore di lavoro è lo Stato. Ma se il fatto di avere la toga mi limita di esprimere la mia opinione, allora è chiaro che la lascio.

E lo farò”. E aggiunge: “In ogni caso io non voglio determinare imbarazzi a nessuno. Ma non voglio rinunciare al diritto di esprimere la mia opinione”. Dunque, è già deciso: “Lascio la toga, ho fatto la mia comunicazione”.

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