Studenti universitari contro il Green Pass | Padova 4 settembre

Testo, riprese e montaggio di Giuliano Tristo – “Non sono un giornalista, ma lavoro con loro da 28 anni. Ho ripreso con la telecamera e raccontato con le immagini e i suoni qualsiasi tipo di realtà. Dalla cronaca allo spettacolo, dall’informazione ai documentari, passando per l’intrattenimento, i video istituzionali e i commerciali.

Ero a Vancimuglio, quando nel novembre 1997, gli agricoltori bloccarono l’autostrada Serenissima con i loro trattori, spargendo letame sul manto stradale e affrontando la Polizia. Ero con la mia telecamera, in corsia di sorpasso dell’autostrada bloccata. Trattori ovunque che sgommavano e sparavano alti getti di letame. Protestavano contro l’applicazione delle quote latte da parte dell’Unione europea. I poliziotti rispondevano con i lacrimogeni, ricordo gli agenti in tenuta antisommossa e un dirigente in abiti civili, con il casco in testa e la fascia tricolore tutta sporca di letame. Scene surreali di guerriglia, nel mezzo, una manciata di giornalisti con i loro operatori che cercavano appunto di raccontare la realtà e farla vedere attraverso il tubo catodico la sera stessa. È solo uno dei tanti ricordi professionali che mi hanno particolarmente emozionato.

Sabato scorso sono andato in una delle piazze più grandi d’Europa, Prato della Valle, a Padova. Ci sono andato nel mio tempo libero, per vedere con i miei occhi chi sono questi pericolosi eversivi. Questi primitivi refrattari al progresso, che osano dubitare, che addirittura tentano di ribellarsi al pensiero unico dominante, dogmaticamente raccontato a qualsiasi ora del giorno e della notte a reti unificate dal mainstream.

Ci sono andato con la mia telecamera perché volevo registrare la realtà, nulla di più, nulla di meno. Ho visto persone, esseri umani di ogni età e ceto sociale. Erano lì in primo luogo per incontrarsi, per incrociare gli sguardi, per non sentirsi più soli e distanziati. Erano davvero tanti, ma soprattutto erano persone bellissime. Erano veri esseri umani, di quelli pensanti, ma soprattutto erano ancora Vivi. Stanchi, preoccupati, provati, delusi, addolorati, ma stupendamente Vivi e Forti. Nessuna bandiera politica, solo un microfono e un paio di casse per far sentire la voce.

Ascolto rapito ed emozionato i Medici Liberi che spiegano alla gente ciò che sta succedendo. Con termini semplici, concreti e comprensibili. Ascolto il Dottore che è stato sospeso dalla professione perché si è rifiutato…
Continuo a riprendere, a registrare. Mi rendo conto che non c’è nessun altro operatore, cronista, giornalista. Non mi chiedo il perché. Conosco bene la risposta.

Studenti universitari contro il Green Pass

Continuo a riprendere, a fissare nel tempo e nello spazio le immagini, le voci, gli applausi. Poi arriva lui, questo studente. Ci vuole coraggio e lui ne ha. Sono un padre e non posso non emozionarmi ascoltandolo. Penso ai miei figli, alle infinite giornate trascorse murati vivi in casa. All’insegnamento al computer, agli abbracci mancati, ai baci mai dati.

Noi adulti un po’ ce lo meritiamo tutto questo. Perché non abbiamo saputo capire che stavamo andando a sbattere, che non poteva finire bene. Ma i nostri figli non hanno colpe e sono loro le vittime più innocenti. Che tipo di società e di mondo stiamo lasciando ai nostri figli, ai nostri nipoti ?”

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