Green pass, Romeo: obbligo vaccinale mascherato, così crolla il turismo

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di Antonio Amorosi Allora senatore, il governo estenderà il Green Pass a bar, ristoranti e trasporti pubblici o no?

La nostra idea è molto chiara. Il Green pass può essere utile dove ci sono dei grandi assembramenti, quindi allo stadio, ai concerti, in discoteca. Dove ci sono tante persone va bene. Ma se lo dobbiamo usare per bar, ristoranti, trasporti pubblici rischia veramente di diventare un elemento poco gestibile. Se cominciamo ad allargarlo ai cosiddetti diritti di cittadinanza diventa un po’ complicata l’applicazione. Ci vuole invece buon senso

Nel governo però ci sono posizioni diametralmente opposte?

Sì, abbiamo visto a sinistra. C’è il ministro Speranza, tra gli altri, che va in una direzione e noi invece diciamo sì al Green Pass, ma col buon senso. Questo è anche un momento che non giustifica interventi restrittivi di questo tipo

Il Green Pass è già in funzione per i grandi eventi quindi…

Appunto. Per i grandi eventi è già operativo ma se lo si vuole estendere alle discoteche soprattutto se sono al chiuso ok, va bene. Sono situazioni che ci possono stare perché potrebbe anche essere l’occasione per riaprirle ma sul resto non ci siamo

Come farà il governo a raggiungere una sintesi?

Si troverà all’interno. Vediamo. Si dovrà discutere…

E’ stato annunciato che proprio oggi se ne sarebbe discusso nel governo e…

Diciamo che ci sarà molto da discutere anche perché le posizioni sono molto differenti

Abbiamo chiamato farmacie e centri specializzati che dovrebbero fare i tamponi in vacanza, il 50% degli italiani non sono vaccinati, non sembrano così preparati, soprattutto al Sud, ad accogliere richieste per grandi numeri. Che si fa?

Ragionando in termini restrittivi c’è il rischio, al 20 luglio, di mandare a monte la stagione turistica. All’interno di una famiglia noi possiamo trovare una persona vaccinata con due dosi, un altro vaccinato con una dose e un figlio che è giovane, casomai, non è vaccinato e si è prenotato e non è riuscito a farlo. La domanda è: questi qua come fanno ad andare in giro?

Perché non optare per l’idea dei tamponi diffusi, quelli venduti nei supermercati? Poi se una persona dichiara il falso ed è positiva se ne assumerà le responsabilità…

Siamo a numeri totalmente lontani… in questo momento… . Non ha molto senso ragionare su un meccanismo restrittivo di questo tipo. Si è parlato anche di cambiare i parametri e di mettere come primo parametro quello dell’ospedalizzazione, non quello dei contagi. Parlarne ora, con questi numeri, per noi sembra una cosa un po’ fuori dalla norma. Questo voler, a tutti costi, estenderlo a bar, ristoranti, supermercati, stile francese, assomigliamo un po’ a un obbligo vaccinale mascherato. A quel punto possiamo dire che questo proprio non ci può stare.

Voi della Lega terrete la barra dritta su questo argomento?

Assolutamente sì, terremo la barra dritta. Questo è chiaro

I ceti produttivi con i quali parlate cosa dicono?

Dai ristoratori ai bar, a tanti albergatori dicono che questa idea del Green Pass forzato rischia di mettere davvero in ginocchio tutto il settore turistico. Se non posso andare al ristorante, non posso andare al bar, non posso andare di qua e di là resto a casa. Questo pensano le persone

Obbligo vaccinale mascherato

Secondo lei perché una parte del governo non comprende il problema?

Perché, secondo me, spingono per istaurare un obbligo vaccinale mascherato che tra l’altro in nessun Paese europeo e del mondo è stato introdotto. Quindi regoliamoci

Voi avete quindi una posizione ferma: no all’obbligo vaccinale, come in tutti i Paesi del mondo, e no a un Green Pass applicato su ristoranti e bar?

Sì. Noi, come abbiamo sempre detto, siamo per informare, per educare, per convincere ma non per obbligare. Se estendiamo troppo il Green Pass diventa un obbligo vaccinale mascherato.

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One thought on “Green pass, Romeo: obbligo vaccinale mascherato, così crolla il turismo

  1. Se fosse una questione sanitaria, ci sarebbe l’esercito schierato ai confini per i clandestini.
    Ergo e’ questione economica e disfare il turismo e’ solo uno dei tanti colpi assestati all’economia.
    Come nel 94, la lega si vende, quando senza muoversi dalle posizioni di principio avrebbe avuto in mano l’Italia.

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