Finestre aperte o chiuse? Un bel dilemma

Non si tratta di semplice discettazione, tra il tenere aperte le finestre per far cambiare l’aria e lasciarle chiuse per evitare dispersione di calore si gioca la partita della sopravvivenza

finestre

Può un gesto così semplice come far cambiare l’aria delle case avere un impatto così importante sulle nostre vite? A quanto pare sì. Le ricerche condotte a proposito dell’efficienza energetica degli edifici dimostrano che cattive abitudini nell’arieggiare casa portano a un aumento considerevole dei consumi. Di conseguenza cresce l’impatto ambientale del riscaldamento, con una maggiore emissione di CO2, il principale gas serra.

Di contro, si sa che ambienti areati di frequente permettono un più rapido decadimento della vitalità di batteri e virus, compreso il coronavirus. Quindi le case sono più salubri se rinfrescate spesso. Come si conciliano entrambe le esigenze? Vediamolo in dettaglio di seguito.

Arieggiare le case, perché è importante farlo

Al mattino, dopo che durante la notte le stanze sono state chiuse e si sono intrise del vapore e dell’umidità generate dai corpi e il respiro delle persone addormentate, si accumula molta umidità. Si vede soprattutto sui vetri delle finestre, dove si deposita e condensa l’umidità presente nell’aria. Qui lo scambio termico con l’esterno è maggiore. Infatti le finestre sono la parte più fredda della stanza e le piccole particelle di vapore acqueo presenti nella stanza si depositano soprattutto qui. Anche sulle pareti si forma uno strato di condensa ed è per questo motivo che le pareti nelle case più vecchie o esposte a nord di riempiono di macchie scure di muffa.

Cambiare spesso l’aria all’interno della stanza permette un buon ricambio e l’umidità interna esce fuori senza depositarsi eccessivamente sulle pareti. In generale, soprattutto gli allergologi, raccomandano di aprire le finestre della camera da letto o della cucina anche quando fuori piove. Infatti, l’umidità che si trova all’esterno è sempre minore rispetto a quella che ristagna dentro casa.

Un buon ricambio consente di ritrovare il necessario equilibrio per evitare che spore e altri microrganismi proliferino nell’ambiente in cui trascorriamo le giornate o dove dormiamo la notte. In generale, quella di aprire le finestre e ventilare gli ambienti è una raccomandazione ripetuta di frequente anche per limitare la vitalità del coronavirus. In ambienti frequentati da più persone, pur cercando di limitare l’assembramento, si deve fare attenzione a tenere aperte le finestre per limitare il ristagno dell’aria.

Un problema di efficienza energetica

Non è così semplice la faccenda, però. Infatti, specie in inverno, aprire spesso o per lungo tempo le finestre porta a un’impennata dei costi per riscaldare gli ambienti. Finestre tenute aperte troppo a lungo tendono a far raffreddare le pareti di casa, quindi a rallentare la capacità di riscaldamento dei diversi sistemi usati in casa. In questo articolo si propongono alcune soluzioni utili da valutare per gli ambienti di medie e grandi dimensioni.

Ma non importa il tipo di strumento usato per scaldare le case, se la dispersione di calore è eccessiva, i tempi necessari per riportare la temperatura ai livelli ottimali potrebbe salire in maniera importante. Di conseguenza aumentano anche i consumi di fonti energetiche e la produzione di CO2. Spesso alimentati attraverso sistemi a combustione, i riscaldamenti rappresentano circa il 40% delle fonti di emissioni di inquinanti nell’atmosfera. Non un buon affare dunque.

Come fare allora?

Come spesso accade, la virtù anche in questo caso sta nel mezzo. Infatti è sufficiente una breve parentesi quotidiana con le finestre aperte anche quando piove o le temperature sono molto basse per ottenere il ricambio d’aria ottimale.

Secondo gli esperti si devono spalancare per tre minuti tutte le finestre di casa. Specie nelle giornate ventose basta tenere aperto per poco tempo per liberarsi dell’umidità in casa in tutte le stanze. Non serve esagerare, quindi. Quel che conta è farlo con decisione. Al bando, quindi le fessure aperte a lungo che tendono a far raffreddare le pareti e le superfici, rendendo più difficile il lavoro dei caloriferi.

Anche quando la giornata è umida o poco ventosa non serve esagerare. Bastano 10 minuti in questo caso e cercare di creare movimento d’aria all’interno della casa aprendo quelle finestre che aiutano a far muovere le correnti all’interno.

È utile ripensare il proprio arredamento in funzione di questa preziosa abitudine e quindi provvedere con semplici accorgimenti. Per esempio, i davanzali dovrebbero essere sgombri e permettere così di aprire bene le finestre. Inoltre è utile assicurare con decisione le porte che potrebbero sbattere per un colpo di vento, oppure allontanare oggetti che potrebbero essere portati via dal vento impetuoso che si formerebbe in casa.

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