Momi e i ristoratori ribelli ‘cacciati’ dal sindaco di Minori sulla costiera amalfitana

Nella nostra, indubbiamente, esagerata e movimentata esistenza pensavamo di averne viste di tutti i colori e non solo, come accade oggi e non per colpa nostra, rosse e arancioni o anche gialle, ma mai, mai e poi mai ci saremmo aspettati di assistere a quello che abbiamo visto nel video diffuso dagli amici di #IO APRO, i ristoratori ribelli che stanno girando l’Italia per dire a questo popolo di pecore che l’immunità di gregge l’hanno sempre avuta, congenita dalla nascita, senza nemmeno saperlo.

Un sindaco, quello di Minori, pare del Pd, ma non avevamo dubbi – e al suo terzo mandato, un record – ha trattato a pesci in faccia questi quattro ristoratori e due camerieri del ristorante-pizzeria da Tito in via Francesco Baracca a Firenze mentre, poveri disgraziati, stavano semplicemente mangiando un panino – era tutto chiuso – seduti ad un paio di tavolini da bar presi da sotto un gazebo e sistemati fronte mare sulla terrazza panoramica.

Il video che pubblichiamo in anteprima girato proprio durante il vivace scambio di vedute tra l’amministratore pubblico e i nostri imprenditori, dimostra chiaramente, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, di come questo sfasciato Stivale sia, ormai, diviso tra coloro che appoggiano le misure restrittive che distruggono l’economia e la psicologia delle persone e chi, invece, non avendo stipendio fisso e garantito – come, al contrario, hanno i politicanti, pardon politici, i mamministratori pubblici, i dipendenti dello stato – rischiano in proprio di trovarsi, a causa di queste scelte scellerate di un governo senza lode e tanta infamia, in mezzo a una strada.

Per questo motivo, per ribellarsi, per non cedere, soprattutto, per non rinunciare alla libertà e, in particolare, ad una dignità che lo stato calpesta sistematicamente destinando risorse ridicole e costringendo una intera categoria a restare chiusa dopo averla obbligata a dotarsi di attrezzature e protezioni anti-Covid, gli amici di #IOAPRO hanno deciso di dare vita a quattro tappe lungo la penisola partendo da Milano in piazza della Scala. Così, scendendo al sud, si sono fermati a Napoli e, prima di raggiungere Tropea per la terza tappa, hanno sostato a Minori sulla Costiera Amalfitana, un tempo paradiso dei turisti oggi solo paradiso perché i turisti non ci sono più.

Ma la colpa, sia sa, non è di questa classe digerente incapace e paurosa, bensì di tutti coloro che, per non morire chiedono di aprire e di poter lavorare, unica libertà, quest’ultima, che non può essere mai soppressa e che nemmeno Hitler, Mussolini e Stalin si sognarono mai di reprimere e perdonateci l’azzardo.

Se uno Stato i cui governanti incassano oltre 13 mila euro al mese vuole chiudere la gente in casa, bene, che provveda a garantire loro il mantenimento dignitoso che spetta alla diligenza del buon padre di famiglia. Se così non fa, o perché non può o perché non vuole, allora i suoi sudditi hanno diritto di ribellarsi alla violenza che subiscono quotidianamente e questo non lo diciamo noi, ma lo garantiva anche San Tommaso d’Aquino e se, razza di ignoranti e di cafoni, non sapete chi è o non ne avete mai letto gli scritti, fatelo altrimenti cosa ci state a fare con la poltrona sotto il fondoschiena?

“Siamo rimasti basiti – racconta Momi – Siamo arrivati a Minori e tutto era chiuso. Allora ci siamo presi un panino, una bibita e siamo andati sulla terrazza in riva al mare. Abbiamo visto dei tavoli sotto un gazebo e li abbiamo presi con le sedie. Niente di più, niente di meno. Eravamo in sei, non c’era nessuno. A chi davamo fastidio? Ad un certo punto è arrivata una vigilessa che ci ha fatto capire che non potevamo stare lì. Poi sono arrivati tutti gli altri, compreso il sindaco che, se guardate il video, c’è da domandarsi da chi siamo governati. Noi, imprenditori che produciamo ricchezza, paghiamo con le nostre tasse e le imposte una classe di amministratori che invece di comprenderci e di tutelarci, ci chiude e ci impedisce di lavorare. Nel nostro caso ci hanno impedito di mangiare un panino in santa pace. Sono convinto che se ci fossimo messi a spacciare avremmo avuto meno problemi…”.

“Cosa vuoi che dica? – interviene Antonio Alfieri, ristoratore di Sassuolo, qui insieme ai colleghi Umberto Carriera da Pesaro e Biagio Passaro da Modena – Siamo stati trattati come dei delinquenti, dei disgraziati quando, invece, siamo gente che lavora, che dà da mangiare a decine di dipendenti, che contribuisce a far sì che questo paese non sia solamente una repubblica di parassiti. E il risultato? Solo perché stavamo seduti a mangiarci un panino siamo stati cacciati dal sindaco”.

Guardate il video che pubblichiamo. Basta quello per capire a che punto siamo arrivati. Qualcuno, uno dei soliti virologi assurti a profeti del gol, ha detto che siamo in guerra. Già, ma contro chi? Ah, contro il virus ha spiegato, ma a noi non risulta che ci abbia dichiarato guerra. Anzi, semmai siamo noi che abbiamo dichiarato guerra a noi stessi, gli uni contro gli altri, ormai divenuti automi e zombie senza anima.  www.lagazzettadilucca.it

“Cacciati” dalla Costiera Amalfitana

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One thought on “Momi e i ristoratori ribelli ‘cacciati’ dal sindaco di Minori sulla costiera amalfitana

  1. Meglio non girare alcun video.
    Ed educare gli intrusi ed i prepotenti.

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