Stato di Polizia, la nostra debolezza è la loro forza

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“L’ignoranza è forza”. E’ al grido di questa orwelliana sentenza che i carabinieri di Urbisaglia, hanno agito arrogandosi il diritto di poter fare ben tre verbali ad ogni singolo individuo. Urbisaglia è un paese di tremila anime e dantesca memoria, adagiato sulle colline marchigiane. Un posto dove la vita scorre lenta e raramente si mischia con i fatti di cronaca locale.

I fatti risalgono al 25 marzo 2021 quando tre o quattro avventori di un bar-tabacchi locale si sono casualmente ritrovati a comprare delle sigarette all’interno del proprio comune di residenza e per giunta durante gli orari previsti dalla legge. Ma si sa, in questo periodo di dittatura sanitaria, anche i più basilari diritti hanno perso ogni loro valenza nei confronti del Grande Fratello, lo Stato Italiano, di cui i Carabinieri di Urbisaglia hanno fatto le veci.

In sostanza all’arrivo delle forze dell’ordine, le poche persone presenti, che in quel momento si trovano a qualche decina di metri dalla tabaccheria in questione si sono viste recapitare ben tre verbali a testa, senza aver potuto ne spiegare alcunché ne fornire alcuna autocertificazione.

Snocciolando la questione, si nota che il primo reato contestato è il divieto di entrata ed uscita dai territori delle aree rosse, norma sacrosanta non fosse che tutti i presenti fossero all’interno del proprio comune di residenza e nel pieno rispetto delle regole.

Ma le forze dell’ordine, non essendo sazie di un primo verbale, hanno deciso di farne un secondo per non aver rispettato l’obbligo di mantenere una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Ecco, se fossimo in banca o alle poste sarebbe possibile determinare la distanza di sicurezza grazie all’apposita segnaletica. Ma come è possibile determinare il distanziamento di un metro quando alcune persone si trovano all’aperto e per di più ad una distanza già consona? Nessun carabiniere ha impugnato strumenti di misura, in modo da valutare i centimetri in più o in meno rispetto al metro, che garantissero senz’altro uno scudo al virus.

Ma arriviamo ora alla più kafkiana delle sanzioni impartite dai Carabinieri, quella per assembramento. Ci facciamo aiutare dal vocabolario Treccani in modo da essere sicuri di parlare la stessa lingua dei militari dell’Arma:

assembraménto 

  1. Riunione occasionale di persone all’aperto per dimostrazioni o altro. 
  2. Adunanza di soldati per il combattimento; moltitudine di armati.

Arrivati a questo punto troviamo diffcile poter dire che tre o quattro persone, incontratesi casualmente durante l’acquisto di tabacchi, stessero organizzando una dimostrazione o meglio ancora un’adunanza di soldati dedita al combattimento.

Quello che va combattuto, invece, è l’abuso di potere delle forze dell’ordine che in base a dei DPCM campati per ‘aria si arrogano il diritto di fare carta straccia della costituzione annullando quel poco che resta dell’inviolabile libertà personale.

Per i poveri avventori del bar tabacchi si prospetta ora una lunga serie di ricorsi legali al fine di non dovere pagare i milleduecento euro (si proprio 1200!!) comminati dall’arma.

Questo tipo di situazione ci fa capire che è ora di dire basta a questo stato di polizia e di alzare la testa dopo un anno di torture, limitazioni, soprusi e negazioni della libertà.

Chiudiamo ancora una volta citando Orwell e il suo distopico romanzo 1984

fino a che i prolet non diventeranno coscienti del proprio potere, non saranno mai capaci di ribellarsi, e fino a che non si saranno liberati, non diventeranno mai coscienti del loro potere

Viktor O’Brien

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