Perché Bitcoin è stato inventato

Bitcoin è stato concepito principalmente come un mezzo di pagamento alternativo. Senza entrare nei dettagli del “white paper” di Satoshi Nakamoto, uno sviluppatore o un team di sviluppo, Bitcoin è stato, anche, pensato come uno strumento con cui è stato possibile effettuare trasferimenti di denaro senza l’intervento di stati, che possono facilmente annullare la transazione e congelare il conto come, ad esempio, è successo nel 2019 in Russia.

Ciò, pertanto, deve essere visto e considerato come un monito di quanto, in realtà, il denaro guadagnato non sia di proprietà del lavoratore, visto che uno Stato ha così facile opportunità di interferire nelle transazioni e controllare il suo conto e, di conseguenza, il portafoglio di chiunque. In altre parole, con l’invenzione del Bitcoin, viene ad essere messo in evidenza come uno Stato ha, da un lato la facoltà di consentire di far guadagnare alla popolazione un po’ di capitale e, dall’altro, l’assoluta facilità di mettere mano sui soldi, impendendo, quindi, alla popolazione di poter fruire in pieno dell’opportunità di preservarlo e di trasmetterlo alle generazioni future.

Un aspetto in essere nell’economie di diversi Stati al mondo. Fin dalla nascita del Bitcoin, avvenuta nel 2018, la gran parte degli esperti ha iniziato a gridare, con una sola voce, che Bitcoin fosse una bolla e che sarebbe ben presto scoppiata e che, quindi, del Bitcoin non sarebbe rimasto nulla. Questa “bolla”, non solo oggi è ancora presente ma, nonostante le inevitabili fluttuazione del suo prezzo, il Bitcoin resta un preciso e inossidabile punto di riferimento.

Questi “urlatori”, forse spaventati da questa incredibile novità, si dimenticarono che tanto per l’oro quanto per gli altri metalli preziosi, non esiste un prezzo fisso. Non per nulla, il fattore chiave nel calo del prezzo è il panico, che può essere facilmente avviato dai media, e che, in sostanza, può portare al collasso un qualsiasi asset.

Nel caso di Bitcoin, l’anti-pubblicità, ha avuto luogo sullo sfondo il divieto di pubblicizzare criptovalute nei motori di ricerca, nei social network, e via dicendo, in vigore per lungo tempo. In poche parole, assolutamente tutti i beni sono vulnerabili perché la psiche umana è vulnerabile… e la psiche a sua volta dipende dai media.

Il futuro dei Bitcoin, pertanto, è ancora tutto da scrivere. Un importante punto di vista, viene ad essere fornito da Bitcoin Prime.

In ogni caso, è alquanto interessante annotare che uno studio compiuto dalla Deutsche Bank, prevede che il Bitcoin e le criptovalute potrebbero presto sostituire il denaro stabilito. Tuttavia, vi sono ancora critici che sostengono che questo sia improbabile. Se, ipoteticamente, l’Euro perdesse quasi la metà del suo valore in sei mesi, gli investitori andrebbero, senza dubbio, nel panico. E, non importa quante volte la Banca Centrale Europea, ovvero la BCE, potrebbe tranquillizzarli, andando a sottolineare di avere la situazione sotto controllo.

Difatti, la maggior parte dei risparmiatori, rapidamente, andrebbe a trasferire il proprio denaro in rifugi sicuri. Per quanto riguarda Bitcoin e le altre criptovalute, invece, gli investitori reagiscono sorprendentemente con calma alle turbolenze più selvagge. Non importa quali possano essere le dinamiche, gli investitori detengono la valuta digitale con assoluta lealtà. Per molti di loro, infatti, il Bitcoin non è inferiore ai soldi del futuro.

La domanda se Bitcoin e le altre criptovalute siano il denaro migliore, è vecchia come lo sono i Bitcoin. In un rapporto intitolato Imagine 2030, la Deutsche Bank fornisce diversi interessanti argomenti su circa 80 pagine sul perché le criptovalute potrebbero sostituire la moneta fiat entro il prossimo decennio. Con il termine moneta fiat, i banchieri centrali si riferiscono alle valute nel senso tradizionale, cioè denaro che serve come mezzo di scambio ma non ha valore interno. Gli autori dello studio, andando a concludere, sono dell’avviso che “le forze che tengono insieme il sistema monetario Fiat sono fragili”.

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K