Francia nella trappola dell’islamismo: professore decapitato condannato all’oblio

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di Annalisa Terranova – Samuel Paty, il professore decapitato da un fanatico per avere mostrato delle vignette su Maometto, non avrà il ricordo che merita in Patria. Incredibile ma vero nella Francia sempre più preda di deliri filoislamici e politicamente corretti.

Il caso di Sciences Po e la censura sul nome di Samuel Paty – Gli studenti del primo anno della prestigiosa scuola di studi politici Sciences Po, a Strasburgo, avevano indicato quello di Paty come nome da promuovere per i prossimi quattro anni. Ebbene la direzione dell’Istituto ha stabilito di scartare i nomi maschili in omaggio alla parità di genere. La cosa ha scatenato un dibattito acceso con gli studenti che hanno accusato la sinistra di calpestare la memoria di un martire della libertà. Il saggista palestinese Waleed Al Husseini, su Twitter, ha denunciato “l’islamogauchismo all’università”. Scontato ricordare, a questo punto, le allarmanti profezie del romanzo Sottomissione di Michel Houellebecq. L’istituto Sciences Po, tra l’altro, è lo stesso dove due docenti hanno ricevuto la scorta della polizia per le minacce ricevute in quanto “fascisti” e “islamofobi”.

Le parole della ministra Vidal sull’islamosinistra – La ministra francese dell’Istruzione superiore, Frédérique Vidal, ha chiesto al Cnrs (Centro nazionale della ricerca scientifica) un’indagine sullo stato delle università e ha lanciato l’accusa: «L’Islam-sinistra affligge la società e le università». Una frase che ha scatenato la sinistra, la quale pretendeva le dimissioni della Vidal. Ma lei è andata giù pesante: “Quello che osserviamo nelle università – ha dichiarato in un’intervista – è che c’è gente che può utilizzare i propri titoli e il proprio nome, ma sono una minoranza, per diffondere idee radicali o idee militanti”.

La scuola media di Ollioules e la mancata dedica a Samuel Paty

Samuel Paty ha ricevuto analogo trattamento, cioè l’oblio, nella città di Ollioules (Var). Il sindaco – riferisce Giulio Meotti nella sua newsletter – voleva rinominare una scuola media in omaggio a Samuel Paty. “Si era prima premurato di condurre prima un’indagine fra docenti, studenti e genitori: il 100 per cento degli insegnanti ha votato contro la proposta, come il 90 per cento dei genitori e il 69 per cento degli studenti. Il sindaco ha commentato: “È la pusillanimità che regna oggi ed è preoccupante”.

La multa alla tv che ha ospitato Eric Zemmour

Un atteggiamento che regna anche nei talk show, Ne è prova quanto accaduto allo scrittore e giornalista Eric Zemmour, autore di un saggio, Il suicidio francese, diventato un best seller e un caso letterario. Nel libro Zemmour attaccava la disintegrazione della memoria collettiva della Francia. Ebbene parlando dell’attacco davanti alla ex redazione di Charlie Hebdo, compiuto da un ragazzino pakistano, Eric Zemmour su CNews a proposito dei rifugiati minorenni diceva che si tratta di soggetti violenti, che non vanno accolti e che vanno rispediti a casa loro. Ebbene, il Consiglio Superiore dell’Audiovisivo ha multato la tv – 200mila euro – che aveva ospitato Zemmour per “incitamento all’odio”. Un fatto senza precedenti.

Vietato assumere donne nel supermercato islamico

Nel frattempo il processo di islamizzazione della società va avanti. Soprattutto nei Municipi ad alto tasso di popolazione immigrata. Ancora Giulio Meotti, attentissimo a quanto accade in Francia, riferisce di un’offerta di lavoro pubblicata sulla pagina Facebook dei “Musulmani di Perpignan e dintorni” per l’apertura di un supermercato halal. Vi si specificava che nessuna donna era accettata. I dipendenti devono essere musulmani e maschi. Il sindaco di Perpignan ha chiesto al primo ministro Jean Castex e al ministro dell’Interno Gerald Darmanin di intervenire.

Parigi, in minigonna non si sale sul bus

Un episodio che fa venire in mente quanto denunciò due anni fa il poeta algerino Kamel Bencheikh, che vive a Parigi. La figlia non aveva potuto salire su un autobus perché aveva la minigonna. Il fatto avvenne nel XIX arrondissement parigino: “Intono alle 23 mia figlia Elise aspettava l’autobus della linea 60 con un’amica, alla fermata Botzaris, vicino al parco delle Buttes Chaumont. Quando è arrivato l’autista si è fermato, le ha guardate ed è ripartito senza aprire le porte”. Poco dopo il bus si è dovuto fermare per un semaforo rosso. Le due ragazze lo hanno allora raggiunto chiedendo spiegazioni all’autista il quale prima di ripartire ha risposto così alla figlia di Bencheikh: ‘Pensa a vestirti come si deve’. L’uomo, secondo quanto raccontato dalla ragazza, aveva l’aspetto maghrebino.
Il rapporto sull’Islam radicale nei servizi pubblici

La vicenda, scrisse all’epoca il corrispondente da Parigi del Corriere, Stefano Montefiori, è considerata “l’ennesimo caso di intimidazione nei confronti delle donne da parte dei musulmani radicali che abitano nella parte nordorientale di Parigi e in periferia, in particolare nel dipartimento 93 della Seine-Saint Denis”. Che la radicalizzazione islamica nei servizi pubblici fosse un problema lo aveva del resto certificato anche un rapporto che aveva sconvolto, sempre due anni fa, i francesi. Il rapporto concludeva che non era affatto aggiornato il file sulla prevenzione della radicalizzazione nei servizi “sensibili”, compreso quello sanitario.

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