Foglio di via obbligatorio usato per reprimere il diritto di manifestare

foglio di via

Rimpatrio con foglio di via obbligatorio usato per scoraggiare e reprimere la libertà di pensiero ed il diritto a manifestare.
Negli ultimi tempi risulta in continua espansione l’applicazione dei fogli di Via obbligatori previsti dal Codice Antimafia (art 2 Dlgs 159/2011) a danno della libertà di movimento di singoli cittadini il cui unico errore sarebbe quello di partecipeare a manifestazioni democratiche per esternare liberamente il proprio pensiero.

I fogli di via sono semplici, discrezionali, e sommari atti a firma dei Questori di Italia, e vengono definiti anche ante delictum per la caratteristica di colpire il destinatario aldilà della commissione di un reato, le misure di prevenzione di polizia vantano una antica tradizione repressiva, risalente addirittura a prima dell’unità d’Italia.

Sono misure che, al contrario di denunce e delle sanzioni processuali, non hanno bisogno di essere avallate o ratificate da un Giudice, ma vengono adottate assai discrezionalmente dai Questori come misure di prevenzione amministrative fondate su presunte forme di pericolosità sociale, spesso basate su motivazioni arbitrarie, dei destinatari, i quali devono subire la restrizione senza contraddittorio e senza difesa superando il principio per cui non dovrebbe essere calpestata la dignità di chi non possa difendersi.

Ciò soprattutto allorquando i prevenuti sono soggetti il cui presunto torto sarebbe solo quello di aderire a manifestazioni pubbliche, in altre città diverse dalle proprie, per protestare contro atti, azioni e comportamenti governativi ritenuti illegittimi, inopportuni e anticostituzionali. Valutazione che di recente anche la Giurisprudenza ha manifestato di condividere attraverso pronunciamenti che hanno inciso, ad esempio, sulla non costituzionalità di DPCM che hanno ristretto libertà e concorso a mettere in ginocchio larghe fasce economiche del paese.

Foglio di via per colpire legittime proteste

Il fenomeno, purtroppo, è sempre più crescente negli ultimi giorni e, per esempio, ha colpito diversi simpatizzanti del gruppo Reopen Italia, allorquando gli stessi hanno preso parte a legittime proteste e manifestazioni sociali (Milano 20 Feb 2021, Mantova 14 Mar 2021). La loro protesta, magari caratterizzata dal mancato uso della mascherina (solo illecito amministrativo sanzionabile con le multe), non aveva finalità di istigazione a delinquere di indurre a commettere reati, bensi ad esprimere disappunto, attraverso tesi giuridiche, mediche e opinioni attendibili, verso provvedimenti governativi. Semplici manifestazioni di protesta e di esercizio delle Democrazia.

La paura è che lo stumento di sicurezza, da utilizzare per i delinquenti abituali e per persone dedite al crimine, non sia utilizzato in modo distorto (per volontà politica) al fine di reprimere la dialettica e le contestazioni civili di cittadini che vogliono manifestare un punto di vista diverso.

Protestare si può e per questo non si può essere repressi.

COMUNICATO REOPEN ITALIA

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