Napoli, avvocato nigeriano: mescolanza delle etnie processo inarrestabile

di Federico Garau – È stato intervistato da “Tpi” Hillary Sedu, il primo avvocato di colore eletto nell’Ordine degli avvocati di Napoli. Nato in Nigeria ed arrivato in Italia, per la precisione a Castelvolturno, quando aveva soltanto un anno, il 32enne si lascia andare ad alcuni commenti circa il Paese che lo ha adottato.

“È chiaro che in Italia ci stupiamo ancora di queste cose, specialmente per una nostra storia colonialista che non ha avuto successo. Non avendo colonizzato l’Africa così come i francesi, i portoghesi, gli inglesi, i migranti di questo periodo, quando si scontrano con la realtà italica, hanno delle grosse difficioltà di integrazione. Anche per quest’ultima ragione, in effetti, Sedu ha deciso di avviare una carriera da legale. “Ho deciso di intraprendere questa strada per seguire una mia inclinazione”, spiega. “Poi se il mio lavoro e i miei valori e sentimenti mi consentono anche di dare una mano nel sociale ai fini di tutelare o rivendicare qualche diritto, ben venga”.

E restando sul tema “migranti”, ecco che l’attenzione si sposta sulle politiche dell’attuale governo, sul quale il 32enne esprime un giudizio durissimo. “Non sono per la politica dei porti aperti e per l’accoglienza indiscriminata. Ogni Stato deve poter decidere chi far entrare e chi far uscire dal territorio. Però fomentare determinate logiche razziste o di lesione dei diritti fondamentali dell’uomo non fa di te uno Stato di diritto”. Ecco perché Sedu punta il dito contro il tanto discusso Decreto sicurezza. “Credo sia un disegno per creare clandestinità, illegalità, per poter poi associare i crimini nascenti dallo stato di bisogno di queste persone e porli all’attenzione pubblica come binomio immigrazione-insicurezza”.

Dopo aver dichiarato di non essere mai stato vittima di preoccupanti episodi di razzismo, e di avere trascorso la sua infanzia ed adolescenza in Italia come un qualsiasi altro ragazzo, l’avvocato spiega come ormai la penisola stia cambiando. “Avverto un clima di odio dove persone che dovrebbero vergognarsi, e che fino a ieri erano timidi ad esternare determinate ideologie, oggi, con questo governo populista e sovranista (a parole) si sentono legittimati a doversi esprime in tema di odio razziale e di ferocia verbale. Questo governo certamente non aiuta. L’ho sperimentato direttamente. L’Italia non è un paese razzista, l’Italia è un paese classista. Bada più all’aspetto della ricchezza dell’individuo che alla sua soggettività, in quanto portatore di diritti fondamentali”.

Del resto, Sedu è convinto che il processo di fusione fra vari popoli sia inevitabile, e gli italiani devono farsene una ragione. Parole già sentite. “Questo della mescolanza delle etnie è un processo irreversibile e inarrestabile. Ne gioveremo tutti, sarà un arricchimento culturale: dove c’è interazione tra diverse etnie c’è più democrazia”.

Il giovane avvocato passa infine a parlare del preoccupante fenomeno della mafia nigeriana. Una definizione, quest’ultima, non del tutto azzeccata per Sedu. “Il termine ‘mafia’ non è corretto, in quanto in Italia siamo abituati a conoscere la mafia come quella che si intrufola nelle pubblica amministrazione, quella che governa gli abitanti di un determinato territorio e lo fa con connivenze. In questo caso la mafia nigeriana non ha di queste capacità. Quindi io non parlerei di mafia nigeriana ma di ‘bande criminali’. Ricordiamoci che la mafia sul territorio di Castelvolturno c’è già, come quella della dominazione dei Casalesi. Se ci fosse una mafia nigeriana assisteremmo a faide per il controllo del territorio. L’organizzazione criminale nigeriana non è altro che la manus longa della mafia casalese”.

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