Caso Palamara. Ermini (Pd): su di me falsità, adirò le vie legali

A gennaio 2019 “non ero assolutamente a conoscenza del fatto che il dottor Luca Palamara fosse indagato dalla procura di Perugia. Chi lo sostiene dice una solenne falsità ed è chiaro, a questo punto, che ne risponderà nelle sedi competenti”. E’ quanto dichiara David Ermini, vicepresidente del Csm, in relazione a notizie giornalistiche circa la cena del 22 gennaio 2019 a casa dell’ex leader di Unicost, a cui partecipò insieme al deputato, Cosimo Ferri, al procuratore Antimafia, Federico Cafiero de Raho, e all’allora procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio.

“E’ del tutto infondato – la secca smentita di Ermini – che io all’epoca sapessi dell’iscrizione come indagato del dottor Palamara. Il 27 settembre 2018, in seguito a un articolo pubblicato lo stesso giorno della mia elezione a vicepresidente, si sapeva solo di un fascicolo modello 45 aperto a Perugia senza indagati e ipotesi di reato. La comunicazione dell’iscrizione del dottor Palamara nel registro delle notizie di reato (modello 21), iscrizione avvenuta il 14 dicembre 2018, fu inviata al Consiglio superiore solo il 9 maggio 2019 con obbligo di non ostensibilità e segreto istruttorio”.

E ancora: “Nel corso della cena a cui fui invitato – puntualizza il vicepresidente del Csm – non parlai mai del ruolo del dottor Nino Di Matteo, al quale mi lega un rapporto di stima e fiducia che si è intensificato in questi mesi di collaborazione al Consiglio. Io vi partecipai, come del resto ammette lo stesso dottor Palamara, semplicemente perché occasione di incontro e relazione con una figura istituzionale quale il procuratore nazionale Antimafia”. (askanews)

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