Calenda: “esecutivo di tecnici con Draghi premier, il voto sarebbe pazzia”

“Penso a un esecutivo di amministratori e tecnici, che siano dentro ma anche fuori dalla politica. L’Italia sta correndo rischi enormi e la politica deve essere all’altezza”.
Così il leader di Azione, Carlo Calenda, in un’intervista a ‘Il Mattino’ nella quale spiega perché é parlare di governo di unità nazionale non è un’eresia.

“Lo Stato non funziona come dovrebbe da decenni – dice riferendosi alle carenze registrate nella battaglia contro il Covid e l’attuazione del Recovery plan – la politica si occupa di tutto, tranne che di amministrare e gestire. Per questo la soluzione non può che essere una classe di amministratori pragmatici che non passano le giornate a innescare scontri ideologici e dire no a tutto”.

Per un esecutivo di questa natura “serve una figura di grande capacità: penso a Mario Draghi ma non penso sia l’unico”. Nella squadra potrebbero entrare “governatori come Bonaccini, Zaia, Zingaretti o il sindaco Gori. C’è tanta gente nella politica che ha fatto bene anche l’amministratore”.

La crisi innescata da Matteo Renzi, aggiunge Calenda senza mezze misure, “mi sembra una buffonata: se apri una crisi lo fai per cambiare governo e presidente del consiglio, se tutto questo si chiude con un Conte ter e tre nuovi ministri, assistiamo solo a una sceneggiata. Con l’aggravante di aver scatenato tutto questo con una pandemia in atto”.

Il voto anticipato, prosegue, “è una scelta molto estrema”, in questa fase emergenziale “sarebbe una pazzia”.

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