Ordine giornalisti boccia denuncia contro Aldo Grandi per fotomontaggio su Auschwitz

di Aldo Grandi

Non ne sapevamo niente, ma quando abbiamo ricevuto la comunicazione del collegio di disciplina dell’ordine dei giornalisti di Roma presieduto da Roberto Mostarda, non volevamo crederci. Un collega, fotoreporter freelance, Federico Scoppa un professionista, quindi, abituato a lottare per i diritti e le libertà di tutti, peraltro più volte imbarcato sulle navi Ong che soccorrono e trasportano immigrati nel Mediterraneo al fine di documentare le sofferenze degli immigrati, che ci ha denunciato per una immagine non gradita.

Un fotografo al quale il Comune di Lucca, nel 2018, dedicò una mostra nel chiosco di S. Micheletto sugli scatti che aveva fatto dopo essere stato, per settimane, a bordo di Sea Watch e di Aquarius documentando con articoli e foto l’esodo. La presentò Daniele Bianucci che spese parole di elogio per il fotoreporter spiegando che la sua presenza a Lucca costituisce una bellissima risorsa per la nostra città. Condividiamo, assolutamente, il giudizio e pubblicammo anche noi un articolo, ma mai ci saremmo aspettati che un così strenuo difensore della libertà altrui denunciasse il direttore della Gazzetta di Lucca per un fotomontaggio che riproduciamo in calce e che mostra l’ingresso del campo di concentramento di Aushwitz con, al posto della tragica scritta, Arbeit macht frei quella di Andrà tutto bene. Il tutto a corredo di un articolo in cui il sottoscritto denunciava la drammatica situazione economica in cui le misure di questo Governo avevano ridotto migliaia di persone.

Un articolo senza parole offensive, tutt’altro, e, anzi, molto profondo per chi avesse avuto occhi per leggere e volontà di capire. Nessun riferimento nostalgico al fascismo o al nazismo, ma solo libertà di critica e di espressione contro una classe digerente che sta ancora massacrando questo Paese e le sue principali e più produttive categorie economiche senza nemmeno sapere perché.

La libertà di espressione, evidentemente, funziona soltanto, a Sinistra, a senso unico.

Riportiamo integralmente il documento redatto dal consiglio di disciplina territoriale dell’ordine dei giornalisti del Lazio collegio primo e ci domandiamo, nel farlo, quanto ancora dovremo sopportare questo costante linciaggio a cui veniamo sottoposti solo e soltanto per manifestare il nostro pensiero fuori da ogni cliché e omogeneizzazione dilaganti:

Il Primo Collegio di disciplina dell’Ordine territoriale del Lazio ha preso in esame la segnalazione inviata dal giornalista Federico Scoppa il 24 aprile 2020 all’Odg della Toscana e pervenuta per competenza territoriale al Consiglio di disciplina del Lazio il 14 maggio 2020, nei confronti del giornalista Aldo Grandi, direttore della Gazzetta di Lucca, e relativa alla foto a corredo del suo articolo, uscito sul giornale da lui diretto il 23 aprile 2020, ‘Andrà tutto bene’. La foto è in realtà un fotomontaggio in cui si vede l’ingresso del campo di sterminio di Aushwitz, in cui alla famigerata scritta ‘Arbeit macht frei’, è stata sostituita la dicitura ‘Andrà tutto bene’. Nella segnalazione di Scoppa si legge: Credo vivamente che questa pubblicazione infranga molti fondamentali punti della deontologia giornalistica.

Il Collegio ha esaminato a fondo la questione. La tesi sostenuta da Grandi è che la chiusura ha fatto male agli italiani, non più liberi di lavorare, anche se il leitmotiv propagandato era che sarebbe andato tutto bene, mettendo insieme due concetti del tutto diversi. Una cosa è stata difatti la chiusura in casa dovuta alla diffusione del virus, e non qualificabile come schiavitù, altro è la distruzione dell’economia nazionale per effetto del lockdown che secondo Grandi ci metterà in una condizione simile a quella degli schiavi. L’immagine del cancello di entrata di Auschwitz con la scritta ‘Andrà tutto bene’ è un eccesso dell’immaginazione del direttore che così cerca di catturare l’attenzione del lettore cui suggerisce che il trattamento riservato agli italiani è paragonabile a quello a suo tempo usato contro gli ebrei. Paragone che ovviamente è del tutto privo di senso, oltre che fortemente deprecabile.

Tuttavia, il contenuto e l’immagine non sembrano censurabili sotto il profilo disciplinare. Non serviva creare un fotomontaggio e comparare il nostro ritenuto stato di schiavitù con la deportazione e l’eccidio nazista. Va osservato che l’autore però prende le distanze da questi fatti storici rimarcando che per fortuna gli italiani non sono nella stessa situazione. Nell’articolo non c’è alcuna adesione al nazismo ed alla deportazione degli ebrei, né c’è offesa verso qualcuno.

Resta il fatto che per esprimere critiche è opportuno non avvalersi di immagini e contenuti che rievocano ben altra gravissima tragedia. 

Di conseguenza il Collegio non ritiene che vi siano elementi sufficienti per procedere nei confronti del direttore della Gazzetta di Lucca Aldo Grandi.

P. Q. M.

Il Primo Collegio del Consiglio territoriale di disciplina dell’Ordine dei giornalisti  del Lazio visto il fascicolo degli atti relativi, udito il Consigliere relatore, votando all’unanimità, decide di archiviare il procedimento in oggetto perché il fatto non sussiste.

P.S. Caro Federico peccato. A differenza di quanto pensi e credi, il mio articolo e la relativa fotografia non hanno infranto alcun punto fondamentale della deontologia giornalistica. Invece di denunciare, avresti fatto molto prima a telefonarmi – il mio numero è pubblico su tutte le Gazzette – e a confrontarti sul perché di quella immagine. Invece hai preferito presentare un esposto senza nemmeno avvisarmi, così, di nascosto. Ma non preoccuparti, ci sono abituato. Questa volta ti e vi è andata male, visto che non sei solo in questa lunga serie di denunce nei confronti della Gazzetta di Lucca e del suo, il sottoscritto, direttore. Comunque sia nessun rancore e visto che oggi è l’ultimo giorno dell’anno, questo infausto e nefasto 2020, ti rivolgo lo stesso i migliori auguri per un 2021 migliore.

www.lagazzettadilucca.it

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K