Il culto profanato

di Carlo Grossi –  Singolare primo pomeriggio trascorso in piazza San Pietro a difesa del culto cristiano del santo Natale. Non sono un agnostico ma neanche un cattolico osservante, tuttavia il grottesco presepe esposto nel cuore mondiale della Cristianità mi ha suscitato un certo sdegno e provocato dissenso. Ho quindi raccolto di buon grado l’invito di un’amica di convergere sulla piazza, per presenziare alla posa di un piccolo presepe classico in memoria di una tradizione messa intenzionalmente in secondo piano.

Sulla piazza erano presenti una decina di amici mossi dal medesimo sentire. Mentre con assoluta compostezza cercavamo il luogo dove posizionare i pochi soggetti del presepe tradizionale portati in dono siamo stati accerchiati da poliziotti parte in divisa, altri in borghese che hanno dato vita ad una vera e propria operazione di polizia giudiziaria, neanche avessero a che fare con dei pericolosi fuorilegge. Dopo aver esibito e consegnato su richiesta i documenti d’identità sottolineando l’assoluta liceità dell’iniziativa di preghiera dal forte contenuto simbolico.

A proposito di rispetto della sacralità di un luogo di culto mentre eravamo in stato di fermo temporaneo, accanto a noi ballava e cantava un giovanotto che nonostante gli schiamazzi prodotti e la vistosa gestualità decisamente poco rituale era tollerato e condiviso. Un poliziotto al quale è stata fatta notare la disparità di trattamento ha risposto che quel figurante stava pregando. In simili frangenti, data l’aria che tira, é difficile stabilire un dialogo costruttivo con chi é convinto di difendere la legge pretendendo l’osservanza dei Dpcm o tutelare il culto cattolico, salvaguardando un accozzaglia di oscuri simbolismi che surrogano un presepe simbolo di sacra natività. Abbiamo atteso pazientemente la restituzione dei documenti e ce ne siamo andati augurando loro buon lavoro con l’amarezza che l’ingiustizia e l’incomprensione solitamente generano.

Carlo Grossi
Foto di Silvana Silva

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