L’angelo guarito dal Covid, ora dona plasma iperimmune

L’esempio caritatevole di Lanfranco Foffi: da ex paziente a uomo in prima linea per aiutare il prossimo. Di Maurizio Scandurra

Vaccino sì, vaccino no. Mentre l’opinione pubblica si spacca attorno a un tema così caldo, centrale e altrettanto complesso da decifrare, arriva dal Lazio una esemplare storia di quella bell’Italia che sa amare chi è in difficoltà.
Lanfranco Foffi, 53 anni, è un italiano perbene. Un uomo serio, onesto e operoso, sposato con due figli, affermato imprenditore viterbese, lui come la sua famiglia, nel settore edile.

E’ stato il primo in assoluto in quella splendida porzione dello stivale meglio nota con il nome di Tuscia a donare il proprio plasma iperimmune dopo aver vissuto direttamente su di sé l’esperienza profonda del contagio da Covid-19.

Ai primi dello scorso ottobre, una mattina come tante, dopo essere uscito di casa vestito leggero, a mezzogiorno feci rientro dall’ufficio. Non mi sentivo bene. Una forte tosse insistente sembrava aver preso il sopravvento”, racconta. “Contattai subito il medico di famiglia: che mi prescrisse, essendo sopraggiunta anche la febbre, il tampone. Risultai positivo, e a quella diagnosi seguirono anche dieci intensi giorni d’ospedale nei quali più volte lo sconforto prese il sopravvento, superato grazie anche all’umanità dell’équipe medico-infermieristica”, confida commosso Foffi.

Che prosegue: “Ad aggravare la situazione, il fatto che anche mia moglie risultò contagiata nel medesimo periodo, ma al contrario mio senza conseguenze, grazie a Dio, limitandosi alla quarantena a casa. Ricordo l’ansia di quei momenti, in cui mi affidavo alla preghiera, chiedendo spesso a mio padre e a mio fratello scomparsi di intercedere presso il Signore Gesù perché preservassero innanzitutto la sua salute, più che la mia”.

Per poi aggiungere: “Una volta guarito, fortunatamente non ho più avuto sintomi né strascichi. A volte un senso di panico diffuso mi pervade al solo ritornare con la mente a quelle pesanti circostanze passate. E il primo pensiero è andato subito a come potessi sdebitarmi con il prossimo”.

Ed è così che l’imprenditore, “venuto a contatto con il Dottor Mecarocci, Dirigente Medico della Clinica Santa Maria di Terni, mi spiegò che il mio plasma, da ex contagiato dal Coronavirus, presenta al suo interno anticorpi efficaci nel bloccare e curare l’infezione nelle persone risultate positive. Una cura che sta promuovendo da tempo con ottimi risultati sia in Umbria che nel Lazio”.

Ed è così che “ho intrapreso con gioia il mio cammino solidale, sottoponendomi volontariamente e periodicamente alla donazione del plasma iperimmune. La vita è un dono, salvarla è un dovere”.

Alla domanda su quale sia il suo pensiero sui vaccini, risponde che “si tratta di un argomento spinoso, complesso e di non affatto semplice valutazione per cittadini e persone comuni, come me impossibilitate a poter verificare personalmente ove stia la verità in fatto di scienza, e di risvolti economici occulti o poco chiari”, conclude Lanfranco Foffi. “Certo è che, senza andar tanto lontano, esistono metodologie curative decisamente più immediate, chiare e producenti che meriterebbero decisamente ben più maggiore attenzione da parte degli organi di informazione”.

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