Covid, l’Ungheria si affida al vaccino russo

Se gli Stati occidentali stanno facendo a gara per accaparrarsi quante più dosi possibili del vaccino Pfizer, che un Paese europeo che invece pensa di affidarsi a quello della Russia di Vladimir Putin. L’Ungheria di Viktor Orban riceverà i primi campioni del vaccino russo contro il coronavirus entro una settimana e mezzo.
L’annuncio – Lo ha detto all’emittente televisiva “M1” il ministro degli Esteri del Paese, Peter Szijjarto, che ha riportato i risultati preliminari dei test sul vaccino Sputnik V che, secondo il Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica N. F. Gamaleja che lo sta producendo, sarebbe efficace al 92 per cento. La fase tre della sua sperimentazione si sta svolgendo in 29 cliniche in tutta Mosca e coinvolgerà 40mila volontari in totale, di cui oltre 20 mila hanno già ricevuto la prima dose del vaccino, mentre oltre 16 mila hanno ricevuto sia la prima che la seconda dose. A loro si aggiungeranno ora anche dei volontari ungheresi. “Una volta raggiunta l’Ungheria, i campioni saranno sottoposti anche qui a test. Una piccola quantità arriverà il mese prossimo per i primi test clinici, mentre una seconda più sostanziosa verrà importata dall’Ungheria nella seconda metà di gennaio”, ha Szijjarto.

Le trattative – Il capo della diplomazia ungherese discuterà della sperimentazione con il ministro dell’Industria e del Commercio russo, Denis Manturov, insieme a dei rappresentanti di una società farmaceutica ungherese che sta considerando di occuparsi della produzione del vaccino in territorio magiaro. “Potremmo avere una risposta entro la metà o la fine della prossima settimana”, ha concluso il ministro ungherese.

Efficacia al 92% – – Il Centro Gamaleya ha dichiarato in una nota che “gli studi hanno valutato l’efficacia fra oltre 16 mila volontari che hanno ricevuto il vaccino o il placebo 21 giorni dopo la prima iniezione. Come risultato di un’analisi statistica di 20 casi confermati di coronavirus, la suddivisione del caso tra individui vaccinati e coloro che hanno ricevuto il placebo indica che il vaccino Sputnik V ha avuto un tasso di efficacia del 92 per cento dopo la somministrazione della seconda dose”. Secondo il comunicato stampa, l’osservazione di altri 10 mila volontari vaccinati, che rappresentano medici e altri gruppi ad alto rischio, “ha anche confermato un tasso di efficacia del vaccino di oltre il 90 per cento”.

Eventi avversi – – “In base ai dati all’11 novembre, non sono stati identificati eventi avversi imprevisti nella fase di ricerca. Per alcune delle persone vaccinate sono emersi eventi avversi minori a breve termine come dolori nel punto dell’iniezione e una sindrome simil-influenzale con febbre, debolezza, affaticamento e mal di testa”, si legge nel comunicato. L’osservazione dei volontari proseguirà per altri sei mesi, dopodiché verrà presentato il rapporto finale.

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