Bimbo strappato allo zio, ancora nessuna notizia: manca l’indignazione della politica

(PAVIA, 2 Novembre 2020). Sono trascorsi ormai più di tre mesi da quanto il piccolo Lorenzo (nome di fantasia), un bimbo di sei anni che viveva a Pavia con lo zio, dopo la morte della mamma, gli è stato strappato da otto carabinieri armati, che l’hanno condotto, insieme a un’assistente sociale, non si sa dove, non si sa con chi. Il video straziante del bimbo, che in lacrime supplicava i carabinieri di non portarlo via dalla sua unica famiglia, ha fatto il giro del web.

Tra tanta indignazione è mancata quella della politica, soprattutto del leader della Lega, Matteo Salvini, che in occasione di altre vicende che avevano visto coinvolti dei minori, aveva espresso il suo pubblico sdegno. Sul piccolo Lorenzo, che vive a Pavia (città amministrata dalla Lega) invece nessuna parola, nessun tweet.

«Forse, se questo bambino fosse arrivato a bordo di un barcone, avrebbe attirato maggiormente la sua attenzione, onorevole Salvini?» commenta l’avvocato Francesco Miraglia, legale dello zio del bambino. «L’immigrazione incontrollata è certamente una priorità, ma non ci sono solo i problemi degli sbarchi o dell’emergenza sanitaria con la conseguente crisi economica legate al Covid-19 a meritare l’attenzione della politica.

Ci sono piccoli e grandi drammi quotidiani legati alle adozioni mascherate, alla lentezza della burocrazia nei tribunali, ad assistenti sociali a volte incapaci o collusi con le strutture di accoglienza dei minori. Drammi che si “giocano” sulla pelle dei più indifesi, i bambini. E questo accade in tutta Italia, anche nelle città amministrate dalla Lega, dove si piomba in casa di un bambino di sei anni armati fino ai denti per portarlo via senza dargli spiegazioni. Perché, onorevole Salvini, non interviene in questo caso con la stessa attenzione dimostrata per altri? Perché un silenzio così assordante per la sorte di questo bambino, di cui non sappiamo più nulla da mesi? Un suo intervento potrebbe essere determinante per questo bambino».

Avv. Francesco Miraglia

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