“Non dobbiamo aver paura perché, come detto più volte, non dobbiamo confondere il positivo al coronavirus con il contagiato potenzialmente infettante e soprattutto ammalato”. Così Alberto Zangrillo, Prorettore dell’Università San Raffaele di Milano, in un intervista al Tg5 ritwittata sul suo profilo Twitter. Secondo il medico “è difficile dire le cose in modo giusto ed essere creduti perché ho paura che in questo momento abbia vinto chi ha avuto come obiettivo quello di terrorizzare e spaventare”.
“Le persone – spiega – sono sconcertate, terrorizzate e spaventate. Hanno mal interpretato il concetto di tampone per cui c’è una corsa ad eseguire il tampone come se fosse una misura terapeutica. In realtà adesso il problema sono i pronto soccorso, abbiamo fiumane di persone che arrivano al ps e non riusciamo a controllarle. Di queste il 40% potrebbero stare tranquillamente a casa se assistite, se rincuorate, se informate”.
Da qui il consiglio di “mantenere tutti i nervi saldi, cercare di non comportarci in maniera irrazionale”. “Noi clinici – dice – dobbiamo abituarci a un uso appropriato delle risorse e mettere in terapia intensiva chi ne ha veramente bisogno. Non sono sicuro che accada”.
Quanto alle nuove misure allo studio per contenere la diffusione del virus, Zangrillo si dice “fiducioso nella cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e confido nel fatto che vengano date delle risposte efficaci, tenendo conto che c’è un clima di terrorismo che è assolutamente immotivato e molto pericoloso”. ADNKRONOS
L'ingresso di un malato in terapia intensiva deve rispondere a rigorosi criteri di appropriatezza. pic.twitter.com/e1fSCC5NZA
— Alberto Zangrillo (@azangrillo) October 24, 2020