Covid, militari con armi e manganello davanti a scuola: bimbi spaventati

Messina – Scuola elementare Pietro Donato, a Paradiso. Sono le ore 8 e i bimbi si apprestano ad andare a scuola. Ma ad “accoglierli” stamattina c’erano i militari con tanto di manganello e armi spianate. Una scena da guerra, tanto che molti bambini si sono messi a piangere e hanno mostrato preoccupazione alle mamme che hanno dovuto loro spiegare che si trattava solo dei controlli legati all’emergenza Coronavirus.

Ma non hanno potuto fare a meno di allertare il garante per l’Infanzia, Fabio Costantino, contestando duramente provvedimenti che rischiano di scatenare ancora di più panico, ansie e preoccupazione in particolare fra i bambini.

A segnalare l’episodio il Garante stesso: “A tutto c’è un limite, i militari armati dentro le scuole no”, ha scritto in un post nel suo profilo facebook. Costantino ha promesso un intervento coinvolgendo la Prefettura: “Sono certo che avremo riscontro – scrive – Siamo tutti preoccuparti per l’aumento della curva dei contagi ma non è terrorizzando i bambini, già provati da numerose rinuncie, che riusciremo a contenere il contagio. Non perdiamo il buon senso! Verrà il tempo in cui dovremo prenderci seriamente cura dei nostri fantasmi interni”.

Sulla presenza dei “militari armati ad attendere scolasri e genitori davanti la scuola elementare” anche l’intervento del consigliere della V Circoscrizione Franco Laimo, presidente della Commissione Politiche Sociali: “Sembra uno scenario da film hollywoodiano o di vero stato di guerra quello che stamani è accaduto – scrive Laimo – il Garantesta già lavorando per intessere un dialogo con la prefettura ed il comandante del V Reggimento Aosta. Un bambino di pochi anni cosa può pensare vivendo uno scenario del genere? – si chiede Laimo – I bambini hanno già vissuto un trauma forte durante il periodo del lockdown, provandoli dei semplici rapporti umani e dei contatti con coetanei ed insegnanti. Questo episodio è alquanto grave e fuori ogni forma e comprensione educativa e di vita. Vi è un limite a tutto e quando si arriva a toccare l’animo del bambino dietro terrorismi assurdi e ingiustificati, significa che davvero non si sta comprendendo il male che si sta facendo a questi poveri bambini! Non siamo in guerra – conclude Laimo – Dobbiamo solo imparare a convivere con un nuovo virus, come abbiamo fatto con tutti gli altri”.

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