Migranti, Sap: tendopoli Vizzini polveriera per l’ordine e la sicurezza pubblica

Sulla Tendopoli di Vizzini – si dichiara contrario il sindacato autonomo della Polizia (Sap) «Non si può trasformare la Sicilia in un “ingestibile” campo profughi. Sarebbe una replica ancor più pericolosa dell’esperimento fatto anni fa a Mineo – sottolinea il segretario nazionale della sigla sindacale Giuseppe Coco- con il più grande “Cara d’Europa”, fortunatamente chiuso dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini»

I timori degli agenti di polizia sono dover gestire e vigilare, una tendopoli in aperta campagna, costringendo giovani tunisini, in prevalenza di età non superiore ai 30 anni, ad una convivenza forzata in una tendopoli, isolati, costretti ad una quarantena in piena campagna, con temperature che nel periodo estivo superano spesso i 40 gradi. Un compito che per le forze di polizia diventa quasi impossibile. La tendopoli rappresenta una vera e propria polveriera per l’ordine e la sicurezza pubblica ma soprattutto un rischio inaccettabile sotto il profilo sanitario legato al Covid 19, in una regione che già rischia di affondare economicamente e dove la curva dei contagi, specie negli ultimi giorni, tende a risalire in maniera esponenziale, (in molti casi anche per via dei migranti positivi sbarcati).

«È assodato che tenteranno in tutti i modi di fuggire – prosegue il segretario nazionale Coco – come del resto è già avvenuto nel mese di luglio negli altri centri siciliani. Il problema è che non essendovi regole d’ingaggio non si comprende quali dovrebbero essere le azioni che gli agenti di vigilanza dovrebbero applicare per trattenerli in caso di un tentativo di fuga, Si potrà usare la forza? Anche con mezzi di coazione fisica? Il personale della Polizia di Stato è allo stremo – prosegue il segretario – È stata una estate da dimenticare per i poliziotti impegnati nella gestione degli sbarchi.

L’emergenza ha fatto saltare tutto: regolamentazione dei turni di servizio, riposi settimanali, ferie. In alcune province siciliane maggiormente esposte al fenomeno, vedi Ragusa e Agrigento, Trapani, Siracusa, Caltanissetta e Messina, molti uffici che offrono servizi al cittadino hanno ridotto in maniera considerevole la loro funzionalità. Il personale dei Reparti Mobili è esausto. In sostanza – rileva Coco- parliamo di una emergenza che per la sua portata e la sua complessità, ha una incidenza sui servizi garantiti dalla Polizia di Stato insostenibile. Sottrae quotidianamente risorse importanti al controllo del territorio, alle indagini che contrastano la mafia, alla lotta allo spaccio di droga, ai servizi in materia di licenze e autorizzazioni che vengono erogati ai cittadini».

La tendopoli andrebbe gestita dalla Questura Etnea che già è in affanno per garantire i servizi ordinari. Per la città di Catania rappresenta una disdetta, per la sua complessità. Una metropoli con una forte e mai sopita presenza di criminalità organizzata mafiosa, con un elevato tasso di criminalità diffusa e con la pandemia che ha aggravato il disagio sociale, non può permettersi un ulteriore peso così gravoso. «E non è nemmeno pensabile – conclude il segretario nazionale – ridare l’onere della gestione al commissariato di Caltagirone , che soffre una cronica carenza di personale (e quello in servizio con una media di età elevata), che aveva preso un po’ di respiro grazie alla chiusura del Cara di Mineo e che oggi viene nuovamente gravato dalla vigilanze al neo istituito centro d’accoglienza di Scordia.

Giuseppe Coco segretario nazionale Sap

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