Il virus è finito, andate in pace… Ma che razza di paese è questo!?!

di Aldo Grandi

Che razza di paese è questo!?! Che riesce a dividersi e a odiarsi, a non trovare un’intesa e a non ragionare con logica ed evidenza persino su una malattia che dovrebbe, in realtà, possedere la capacità oggettiva di uniformare giudizi e posizioni. Che trova il modo di litigare anche per la liberazione di una ex volontaria la quale, durante la prigionia ad opera dei miliziani islamici di Al Shabaab, ha trovato perfino il tempo di convertirsi e, non contenta, di sbraitarlo ai quattro venti, appena sbarcata nella sua ex patria dopo che il suo ex Governo aveva pagato un riscatto di alcuni milioni di euro i quali, secondo quanto si sono già premuniti di assicurare i vertici dell’organizzazione terroristica affiliata ad Al Qaeda, verranno impiegati per l’acquisto di armi per la loro Jihad o guerra santa contro noi occidentali infedeli.

Così, si è finito per assistere ad una singolare divisione: tutti quelli che hanno paura del virus e si attengono pedissequamente alle direttive del comitato tecnico scientifico sono di sinistra mentre gli altri, oltre ad essere incoscienti, sono anche sovranisti, fascisti e di destra. E analogo discorso vale per la Silvia Romano: tutti a sinistra applaudono alla sua liberazione e al pagamento del riscatto oltre che alla figura fatta dal Governo Conte-Di Maio mentre, all’opposto, ci sono quelli che stanno all’opposizione.

La Chiesa no. Non ha avuto dubbi o, almeno, così sembra. Mai come durante questi due mesi di lockdown abbiamo assistito al silenzio di quella che è stata, da sempre, l’unica fonte di carità e di amore. Nel corso dei secoli i sacerdoti avevano messo a rischio la propria vita pur di stare in mezzo a chi soffre, a chi è malato sia pure contagioso. Migliaia di preti sono morti nell’adempiere quella che, per loro, è stata sempre una missione, l’unica davvero valida ossia affiancare i malati e i poveri. Invece, questa volta nonostante il Coronavirus non fosse nemmeno lontanamente paragonabile ad altre epidemie ben più gravi, si è assistito all’assenza pressoché totale della Chiesa e dei suoi rappresentanti barricati nelle loro chiese a celebrare le messe senza fedeli e via Tv con la conseguenza che è andato perduto ogni contatto non soltanto religioso o liturgico, ma, in particolare, umano.

Se ce ne fosse stato bisogno, anche in questa circostanza papa Francesco ha mostrato il volto laico e laicizzato del suo pontificato, lontano anni luce dai suoi predecessori. Soltanto un pastore che ha avuto il coraggio di ribellarsi al carabiniere che voleva interrompere la messa e cacciare i pochi fedeli seduti sulle panche. E nemmeno una parola di solidarietà da colui che, a tutti gli effetti, ormai è considerato, blasfemicamente, una sorta di Anticristo.

Ma non è tutto. Il Covid-19 ha soltanto rimosso momentaneamente una delle peggiori pandemie a cui la nostra civiltà, l’Occidente intero, la cristianità, stanno andando incontro col sorriso dipinto sul volto degli incoscienti. L’Islam, la vera e unica minaccia per l’Europa e le future generazioni, ha messo a segno un colpo magistrale sotto il profilo psicologico e dell’immaginario collettivo. Stiamo parlando della presunta liberazione di Silvia Romano, la ex volontaria sbarcata un paio di anni fa in Africa in cerca di chissà quale appagamento interiore e finita rapita da un gruppo di terroristi islamici i quali, per rilasciarla, hanno chiesto e ottenuto un riscatto milionario.

Soltanto due poveri mentecatti come il presidente del consiglio Giuseppe Conte, il cui curriculum di studioso pare essere alquanto scarno per non parlare di Luigi Di Maio, un ministro degli Esteri che non parla né scrive bene l’italiano e che dovrebbe rappresentarci in giro per il mondo, potevano avere il coraggio di mettere in scena la farsa andata in onda su giornali e Tv ligi al politicamente demente e scorretto.

Nessuno si è soffermato a leggere chi sono i terroristi che hanno rilasciato Silvia Romano in cambio di un lauto riscatto. Un loro portavoce ha detto di non capire perché avrebbero dovuto trattare male un ostaggio che rappresentava l’opportunità di entrare in possesso di una enorme somma di denaro. E ha ragione. Solo noi idioti potevamo pensare a chissà quale torture.

Forse coloro i quali hanno esultato per la liberazione di Silvia Romano senza fermarsi un attimo a riflettere dovrebbero pensare che il principale obiettivo dei miliziani islamici di Al Shabaab è quello di ripristinare la Sharia ossia la legge islamica e che, qualora dovesse espandersi anche da noi, cosa tutt’altro che remota, le prime a pagarne le conseguenze sarebbero proprio quelle donne femministe che si vantano della loro apertura mentale e della tolleranza indiscriminata all’immigrazione islamica in Europa.

Ma non è soltanto questo. Dal 2013 al 2020 i terroristi che hanno rapito Silvia Romano e che si sono messi in tasca i nostri milioni di dollari hanno compiuto attentati, aggressioni, stragi, stupri. Di tutto, di più. A Garissa, nel 2015, fecero irruzione nell’università e trucidarono 147 studenti dopo essersi assicurati che, tra coloro che sarebbero stati uccisi, non vi fossero musulmani. I genitori delle vittime li hanno rivisti decapitati e castrati.

Non ci risulta che papa Francesco si sia strappato i capelli o abbia gridato a chissà quale desiderio di giustizia non diciamo di vendetta anche se quando muoiono i cristiani in Africa e in Asia, giustizia e coraggio vorrebbero che la Chiesa, che li ha evangelizzati, si occupasse anche di proteggerli invece di limitarsi a parole prive di qualsiasi efficacia ed effetto.

A proposito di parole. In quella circostanza, l’omino vestito di bianco si limitò a far recapitare un telegramma o qualcosa del genere – che sforzo e che partecipazione emotiva – nel quale, tra le altre, stavano scritte queste frasi:

“Immensa tristezza per la tragica perdita di vite”, “un atto di brutalità senza senso”. Francesco “prega per un cambiamento del cuore di chi lo ha perpetrato”, sempre il papa raccomandò “le anime dei defunti alla infinita misericordia di Dio Onnipotente”, assicurando le sue preghiere alle vittime e ai loro cari oltre a lanciare un appello alle autorità del Paese affinché venga posta fine a questa spirale di violenza e odio: “Egli chiede anche a tutte le autorità di raddoppiare gli sforzi e lavorare con tutti gli uomini e le donne in Kenya per porre fine a una tale violenza e odio, verso l’alba di una nuova era di fraternità, giustizia e pace”.

Stronzate.

I genitori delle vittime di Garissa non sanno cosa farsene delle parole di un papa a capo di una Chiesa che, diciamolo una volta per tutte, con la mania di evangelizzare anche il porco ha finito per sacrificare all’Islam e alla sua violenza decine di migliaia di vittime innocenti. Perché fare proseliti se, poi, non si è in grado di difenderli?

Così, quando Silvia Romano, oggi l’ombra di quella spensierata ragazza che era partita in canotta e shorts per recarsi in un villaggio nel cuore dell’Africa nera, è sbarcata a Ciampino con indosso quella sorta di abito testimonianza non solo di una conversione, ma anche di qualcosa di più e di molto peggio, la Chiesa e il suo massimo esponente avrebbero dovuto, quanto meno, protestare per l’accoglienza riservata a chi osava ‘vantarsi’ di essersi convertita a contatto con chi, i cristiani e gli occidentali e i cristiani, li uccide senza pietà. Invece niente. Addirittura la Cei ha spiegato che Silvia Romano, in quel momento, era figlia di tutti.

Nessuna distinzione, nessuna premessa, nessuna spiegazione, nessun tentativo, quantomeno, di seminare il dubbio, la fede, ma quella vera non quella da buffoni e da ridicoli miscredenti che alberga, ormai, oltre le antiche mura che delimitano la Città del Vaticano. Il messaggio emerso da questa assurda sceneggiata fatta da un Governo di bestie ignoranti e prive di ogni spessore storico, politico e culturale, è stato devastante. Si è, in sostanza, legittimato il dubbio che anche i terroristi, in fondo, siano esseri umani capaci di far stare bene una ragazza e, addirittura, di permetterle di leggere il Corano e farla convertire da sola.

E’ evidente che a livello mediatico e non solo, l’Europa e non solo l’Italia, la nostra civiltà fondata sulla sua storia e sulla sua filosofia oltreché sulla sua religiosità e religione, hanno fatto una pessima figura. Da perdenti. Chissà quante persone, quante donne, di fronte al sorriso di Silvia Romano, non si siano domandate se, in fondo, farsi musulmane e indossare lo chador non sia, a dirla tutta, il sogno proibito di ogni femmina, altro che studi, carriera e lavoro. Altro che parità di genere, diritti e doveri, quote rosa e via di questo passo.

Cari politicanti di merda, cari sacerdoti e vescovi traditori, dovreste tutti vergognarvi di abusare della buona fede della gente e della loro ignoranza. Li state mandando al macello e lo sapete benissimo. State, soprattutto, mandando al macello, con la complicità schifosa e vomitevole della ex Chiesa di dio, milioni di fedeli che a voi si affidano nella speranza e nella fiducia che, un giorno nemmeno tanto lontano, saprete difenderli e proteggerli da coloro che, per numero e forza, vorranno imporre l’unica legge possibile.

Tranquilli. Il virus è finito. Andate in pace.

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