Se davvero vuoi fare la differenziata, non differenziare

Appunti su Inciviltà e schiavismo inconsapevole nel 2019

di Stefano Davidson

A prescindere dal discorso sullo schiavismo globale tutt’ora in atto e già trattato tempo fa, vorrei scrivere poche righe per spiegare una delle più grandi truffe in atto per legge nel nostro Paese, probabilmente more solito per voleri della “Cupola”:

la raccolta differenziata!

Ora spiego il mio perché:

  1. a) Il packaging prodotto dalle aziende è colorato, modellato con stampi e quant’altro. Viene creato appositamente da aziende specializzate per far sì che il prodotto imballatovi sia più attraente e convinca di più l’acquirente facendolo basare non più su funzionalità e affidabilità dell’acquistato ma di come questo ti viene presentato (se si è studiato marketing e si ha un’infarinatura di tecniche di vendita ciò è ben noto).
  1. b) Il succitato packaging ha dei costi, spesso elevati ed i materiali utilizzati sono per la stragrande maggioranza dei casi altamente inquinanti e difficilmente smaltibili.
  1. c) I costi di progettazione e di realizzazione del packaging sono a carico, ovviamente, del cliente finale, il consumatore, che così paga per essere attirato, ci paga l’IVA e paga anche per poi smaltire quanto lo ha attirato. Geniale no?
  1. d) Allo stesso consumatore, nonostante le specifiche tasse sullo smaltimento dei rifiuti, viene imposto poi di occuparsi della separazione degli involucri a lui venduti dai produttori dell’articolo che a lui necessitava, facedolo sostanzialmente lavorare gratis per chi poi rivenderà quanto consegnatogli (alluminio, plastica, carta, vetro etc…)
  1. e) Chi si rivende o comunque ricicla i materiali pagati dai consumatori è solitamente chi gestisce la raccolta dei rifiuti. Spesso, a quanto pare, dette gestioni sono in mano ufficialmente o meno alle mafie e alla malavita organizzata.

Esempio pratico di rendita immediata del lavoro del differenziatrore inconsapevole?

Il prezzo per ogni kg (chilogrammo) di alluminio conferito è di 0,50 euro. ogni kg di plastica PET ammonta 0.18 euro, un kg di carta destinata al riciclo il prezzo scende a 0,05 euro.

Giusto per avere un parametro essendo l’Italia composta da circa 60.000.000 di persone ed essendo, ad esempio, di 17,7kg/abitante la produzione di rifiuti in plastica, fatevi un po’ di conti.

L’alluminio? Bé nel 2018 sono stati riciclati 54.300 tonnellate di imballaggi…

Quindi detto questo mi pare evidente perché detta differenziata (visto anche il numero di disoccupati, tra italiani o migranti non conta) andrebbe operata dagli stessi che ne traggono beneficio effettivo. Oppure, più semplicemente, la tassa sull’immondizia va fatta pagare a chi tale immondizia produce senza preoccuparsi di inquinamento e violazioni varie.

Ovvero: smettete di fare la raccolta differenziata picciotti. Disobbedite, non continuate a far guadagnare chi già vi sodomizza quotidianamente. Pretendete che quanto prodotto da un’azienda vada smaltito dalla stessa o quantomeno NON prodotto in quelle forme e modi.

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