La fondazione guidata dal sicario economico statunitense George Soros ha annunciato di aver presentato ricorso alla Corte europea dei diritti umani a Strasburgo, contro la cosiddetta legge ‘Stop Soros’ adottata in Ungheria a giugno. In un comunicato l’organizzazione spiega di aver agito per “difendere la democrazia ungherese” e chiede la legge sia abrogata. “C’è solo una cosa che questa legge fermerà, è la democrazia”, ha affermato Patrick Gaspard, presidente della fondazione.
Le misure previste da Budapest includono una tassa del 25% sulle Ong che viene ritenuto aiutino o descrivano positivamente le migrazioni. Inoltre, un anno di carcere può essere previsto per chi sia condannato per aver aiutato qualcuno a entrare illegalmente nel Paese. Secondo l’avvocata della fondazione Daniela Ikawa, le misure violano le convenzioni europee sulla libertà di associazione e parola ed espongono “una vasta gamma di attività legittime al rischio di azioni penali”.
La fondazione ad agosto ha trasferito la propria sede regionale da Budapest a Berlino, citando le politiche “repressive” del governo nazionalista del premier Viktor Orban.