di Antonio Amorosi
Un partito democratico tutto da ridere.
In Italia i partiti che vogliono opporsi ad un provvedimento votano a favore di quel provvedimento. E in massa. Poi protestano sui media e a canali unificati. Lo ha fatto il Pd, votando positivamente al congelamento dei fondi alle periferie deciso dal governo M5S-Lega e inserito nel decreto Milleproroghe. L‘emendamento è il 13.2, presentato da due senatori della Lega, Massimiliano Romeo e Daisy Pirovano, che rinvia al 2020 i fondi alle periferie destinati dal governo Renzi e da quello Gentiloni.
“La maggioranza delle opere erano ancora ferme agli studi di fattibilità e ai progetti preliminariâ€, spiega ad Affari il senatore della Lega Massimiliano Romeo, “abbiamo così pensato di dirottare il denaro favorendo i Comuni virtuosi (140 milioni nel 2018, 320 nel 2019, 350 nel 2020 e 220 nel 2021)â€. In un Fondo cassa che consente “gli investimenti delle città metropolitane, delle Province e dei Comuni, da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedentiâ€, sbloccando così molte risorse che i Comuni virtuosi hanno in cassa ma che non possono spendere per limiti di legge.
Comunque i primi 24 progetti delle periferie (che hanno raggiunto un punteggio superiore a 70 su 100) restano finanziati per un totale di 501,8 milioni, ha precisato il sottosegretario all’economia, in quota M5s, Laura Castelli.
Ma un attimo dopo il voto è scattata la rivolta: l’Anci (l’associazione nazionale Comuni), i sindaci e il Pd hanno protestano con grande durezza. Il governo è accusato di una “visione miope del futuroâ€, e di eliminare progetti destinati a chi abita nelle zone più povere. Ma il voto delle opposizioni sull’emendamento è una sorpresa. Il Pd in prima fila ha votato a favore, dall’ex segretario Matteo Renzi al tesoriere Francesco Bonifazi, dagli ex ministri Valeria Fedeli e Roberta Pinotti a Matteo Richetti, Davide Faraoni, Simona Malpezzi, per citarne solo alcuni. Ecco tutti i nomi.
Il provvedimento raggiunge un piccolo record: tutti i senatori presenti, 270, hanno votato favorevolmente. E il senatore a vita Renzo Piano che si è detto tra gli ispiratori degli interventi nelle periferie ed ha invitato il governo a tornare sui suoi passi, non era neanche in aula.
Laura Castelli, ma anche Massimiliano Romeo lo ripete ad Affari, sostiene che l’esecutivo si è voluto cautelare vista la sentenza n. 74 del 2018 della Corte Costituzionale che blocca una delle opere previste perché non concordata con la conferenza Stato-Regioni. A valanga le contestazioni potrebbero ricadere sul resto degli interventi. Una posizione che però viene contestata dal deputato dem Roberto Morassut: “Quella sentenza non c’entra nulla col bando delle periferie. Essa si riferisce al ruolo delle regioni in relazione ad un ricorso del Veneto e a quelle parti dell’articolo 1 comma 140 della legge che toccano le competenze regionali. Ebbene non è il caso del bandi delle periferie dove la competenza decisionale è comunaleâ€. Morassut è alla camera dei Deputati. Abbiamo anche provato a contattarlo ma senza successo. Il governo però non la pensa come Morassut e interpreta in modo esteso la sentenza.
Romeo: “Sono solo polemiche mediatiche. Non vedo alcun problema. Quegli interventi sulle periferie partiranno dal 2020. Pensavo che qualcuno ci ringraziasse, visti i fondi dei Comuni che abbiamo sbloccato. Ma mi chiedo come faccia l’Anci a dire quelle cose. Forse gli enti locali dovrebbero aprire una riflessione sull’aderirvi dato che l’organismo sembra non essere equidistante ma fare politica di parteâ€.
A stigmatizzare il conto circuito del Pd arrivano alcuni sindaci proprio del Pd.
“Se anche chi minaccia ogni giorno la più dura delle opposizioni al governo giallo verdeâ€, spiega il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, “prende cantonate così e cade negli emendamenti trappola del Governo senza verificarli, c’è da essere davvero sgomenti per il futuro della sinistra e per la sorte delle città e dei territoriâ€. “Non me lo spiegoâ€, ha dichiarato il sindaco di Firenze Dario Nardella sempre del Pd, “ma spero daranno una motivazioneâ€. Voglia di andare in vacanza, distrazione o trappole che siano c’è chi ci spera. Anche perché un’opposizione in queste condizioni oltre a far ridere e fare male a se stessa è un danno per il Paese.
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