Raggi come Boldrini: “Basta spot sessisti sui cartelloni pubblicitari”

Con tutti i problemi che ha la Capitale scopriamo che ora il Campidoglio si occupa anche degli spot sessisti sui cartelloni pubblicitari.

di Raffaello Binelli

“Finalmente ridurremo il numero di quegli odiosi cartelloni pubblicitari che ormai tappezzano le nostre città”, ha scritto su Facebook il sindaco Virginia Raggi. “A Roma dimezziamo il numero dei cartelloni pubblicitari e ora ci sarà più decoro nella nostra città. Dopo decenni di assenza di regole abbiamo approvato il piano esecutivo del Prip, ovvero il Piano regolatore degli impianti pubblicitari”.

Il sindaco fatica a trattenere la propria soddisfazione per il provvedimento:

“Vi do un po di numeri, avremo 15mila impianti pubblicitari al posto dei 28mila che invadevano la città, per una superficie espositiva totale che passa dai 166mila metri quadrati ai 61mila attuali. Una conquista importante per Roma, finora invasa da tabelloni che deturpavano strade, parchi e monumenti, e un passo in avanti per la sicurezza di automobilisti e pedoni, la cui incolumità è stata spesso messa a repentaglio da cartelloni irregolari che limitavano la visibilità agli incroci e su strade di grande viabilità. Una vittoria, soprattutto, in fatto di legalità. A beneficiarne saranno soprattutto le imprese, che avranno ora regole certe da seguire a tutela di una concorrenza onesta e normata”.

Ma cosa cambia in concreto?

“Ogni cartellone – spiega la Raggi – avrà infatti una carta d’identità che ne individua tutte le caratteristiche, e una banca dati dedicata. Uno strumento efficace contro ogni forma di abusivismo” . E prosegue: “Attenzione particolare anche ai messaggi veicolati. Non più immagini violente né sessiste che strumentalizzano il corpo della donna, in nome di una sensibilità da riaffermare e promuovere con ogni mezzo, anche quello pubblicitario”.

Eletta per ripulire la città e far funzionare i servizi di Roma, ora la Raggi scopre una nuova vocazione, quella della moralizzatrice dei costumi. Qualcuno vi scorge una “deriva boldriniana”. Altri, invece, vi leggono una strategia precisa, che mira a strizzare l’occhio al Vaticano.

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