Appalti e corruzione, il Consiglio dei Ministri riduce i poteri dell’Anac

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, auspica una “verifica” da parte del Cdm sugli effetti della cancellazione del comma 2 della legge 211 sugli appalti, che avrebbe come conseguenza la riduzione dei poteri dell’Anac in materia di vigilanza.

“Verificheremo – dichiara prima di prendere parte a un dibattito sul futuro del centrosinistra – vediamo se in effetti la norma produce quelle conseguenze e sulla base di questo credo si debba fare una riflessione”. La lotta alla corruzione – è stato poi domandato al ministro – non è uno dei punti forti dell’azione del governo? “Assolutamente sì – replica Orlando – ripeto, verificheremo se tecnicamente la norma può produrre quegli effetti e credo che il Cdm debba e possa fare una riflessione”.

CGIL – “Ancora una volta, in spregio a trasparenza e correttezza, si è consumato l‘ennesimo colpo di mano in Consiglio dei Ministri sugli appalti” denuncia invece il segretario confederale della Cgil, Franco Martini.

“Aver tolto i poteri all’Anac è un atto grave non solo nel metodo, ma ancor più nel merito e – sostiene – il messaggio che esce dal Cdm è chiaro: il settore degli appalti deve rimane zona franca, dove regolarità e trasparenza debbono ancora abdicare alla corruzione”.

Per il dirigente sindacale “si tratta di un atto inconcepibile, una totale mancanza di rispetto del Parlamento”, motivo per cui “occorre porre rimedio e chiediamo al governo e al ministro Delrio di intervenire immediatamente”.

Nessuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell’Anac, sottolineano fonti di palazzo Chigi a proposito della questione del decreto di riforma del codice degli appalti. Ma chi ci crede?

con fonte adnkronos

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