Migranti, a Bagnoli abusi sessuali sulle lavoratrici delle Coop

BAGNOLI. Violenze e abusi sessuali all’interno del campo “profughi” di Bagnoli, destinati a moltiplicarsi ogni giorno come si trattasse di un’eventualità da mettere in conto al pari di “un’attività ordinaria”.

E tu sei indifesa perché sei stata lasciata sola. E perché non c’è alternativa quando ti fanno capire che o ti va bene così oppure quella è la porta, libera di andartene.”

La vicenda è riportata dal mattinopadova.gelocal.it

Le vittime. È il dramma che stanno vivendo un gruppo di donne, tutte residenti nella Bassa Padovana, dipendenti di alcune cooperative impegnate nel garantire lavori e servizi nel campo situato nella frazione di San Siro, oltre 800 ospiti “parcheggiati” in attesa di conoscere il proprio destino con il passaporto da rifugiati o con il “marchio” da indesiderati. Donne vittime di ripetute aggressioni sessuali. Nessuna al momento ha ancora presentato querela: hanno paura di essere lasciate a casa. Di essere licenziate. E non a caso: chiaro il messaggio ricevuto dopo aver informato dell’accaduto tanto il datore di lavoro quanto i vertici Edeco, coop che gestisce la struttura.

Alcuni ospiti sarebbero responsabili dei ripetuti episodi. «Episodi gravissimi», riferisce un pubblico amministratore.

Ma invece di arrestare immediatamente i clandestini molestatori e rimpatriarli, il vicario del prefetto con delega all’emergenza immigrazione, Pasquale Aversa, il sindaco di Bagnoli, Roberto Milan, e la sindacalista Elena Capone di Labor, sindacato autonomo che sta seguendo la delicatissima questione cercano di tenere la vicenda lontana da ogni forma di strumentalizzazione partitica.

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