Terrorista ucciso, Viminale: “100 milioni al mese per la sicurezza”

 

“È la prima volta che un terrorista viene ucciso in Italia e sicuramente una divisa è diventata bersaglio privilegiato. Non dimentichiamo che anche in Francia sono stati uccisi due poliziotti. Noi siamo la vetrina dello Stato”. Lo spiega al Corriere della Sera Maurizio Vallone, capo del servizio controllo del territorio del Dipartimento della Pubblica sicurezza che sottolinea “temiamo la vendetta dell’Isis. Schierati i super poliziotti”.

Amri aveva documenti falsi rilasciati da una questura siciliana

L’Italia rimodula il dispositivo antiterrorismo dopo l’uccisione a Milano dell’attentatore di Berlino Anis Amri e schiera oltre 1.800 uomini e 400 macchine in più al giorno per una spesa che supera 100milioni di euro al mese. “Dobbiamo essere particolarmente attenti – afferma Vallone – prendere tutte le iniziative possibili di autotutela. Non è un caso se le circolari del prefetto Gabrielli riguardano anche le modalità di intervento per il personale fuori servizio. Noi contiamo sulla professionalità di chi effettua i servizi in strada, i nostri uomini hanno il massimo livello di addestramento”.

Le Unità operative antiterrorismo, chiarisce il capo del Dipartimento della Pubblica sicurezza, sono “pattuglie addestrate dai Nocs che si muovono su macchine blindate e con la dotazione di fucili ad alta precisione. Sono sempre su strada e intervengono in caso di emergenza”. ADNKRONOS

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