4 APR – La Procura di Sarajevo indaga su alcune decine di cittadini bosniaci che combattono in Siria e in Iraq a fianco delle formazioni dell’Isis: 33 inchieste in corso si riferiscono a 70 persone sospettate di organizzazione di gruppi terroristici, incitamento e reclutamento per le attività terroristiche e partecipazione a conflitti all’estero.
Secondo il procuratore capo Goran Salihovic, fino ad oggi sono stati incriminati 20 foreign fighters bosniaci al rientro in patria e nei prossimi giorni verranno formalizzati altri due atti d’accusa.
Secondo le cifre ufficiali della polizia bosniaca, in questo momento combattono in Siria e Iraq, a fianco dell’Isis, 70 bosniaci e finora sono morti in combattimento da 40 a 50 jihadisti provenienti dalla Bosnia. Ma è maggiore il numero dei civili che si trovano nel cosiddetto ‘stato islamico’, poiché molti combattenti hanno portato con sé le famiglie.
Secondo i dati diffusi nel corso di una conferenza regionale a Sarajevo dedicata alla radicalizzazione e al reclutamento dei jihadisti nei Balcani, nel 2012 e 2013 sono andati in Medio oriente, per unirsi a vari gruppi terroristici, 877 foreign fighters balcanici. Il maggior numero, 300 combattenti, sono partiti dal Kosovo, 207 dalla Macedonia, 200 dalla Bosnia, 107 dall’Albania, 50 dalla Serbia e 13 dal Montengro. Nel 2014 e 2015 il numero delle partenze è diminuito anche perché i paesi balcanici hanno approvato leggi secondo cui la partecipazione a conflitti all’estero è reato penale. Nello stesso periodo sono tornati nei Balcani 299 jihadisti che hanno combattuto nelle file dell’Isis e che, a piede libero, sono sotto la stretta sorveglianza delle agenzie di sicurezza.
(ANSAmed)