Non fatevi ingannare dall’Operazione Paura: la scelta rischiosa è rimanere nella UE

 

Il Telegraph si schiera apertamente per il l’uscita del Regno Unito dalla UE. Sottolinea come l’intera strategia di chi vuole rimanere nella UE si basa sulla paura da instillare sui cittadini, paura di catastrofi impossibili e inesistenti che avverrebbero se i Britannici dovessero avere il coraggio di separarsi da questo progetto fallimentare. Al contrario, un voto favorevole all’uscita significherebbe più liberta per il Regno Unito e un’ottima occasione per rimettersi in discussione per la stessa UE.  VOCI DALL’ESTERO

 eu flag

Di Boris Johnson, 28 febbraio 2016

Siete terrorizzati? Avete paura? Sono già riusciti a spaventarvi? Ormai è ovvio che la campagna per il “Rimaniamo nella UE” punta a provocare una sola emozione nel pubblico britannico: la paura.

Vogliono farci andare a votare in un tale stato di tremante apprensione che obbediremo alle Euro-élite e voteremo per rimanere nell’Unione Europea. Ci consentono di osservare, a livello intellettuale, che il sistema non è stato riformato, è spesso corrotto e sempre più anti-democratico. Ammettono che, se ci venisse chiesto oggi per la prima volta di aderire, non ci sogneremmo nemmeno di farlo. Ci è pure consentito comprendere, fino a un certo punto, che se votiamo per Rimanere, continueremo ad essere intrappolati – come passeggeri sul sedile posteriore di un taxi errante con un autista che non parla inglese e che ci sta portando, costoso e impietoso, nella direzione sbagliata.

Ma i sostenitori del Rimanere chiaramente calcolano che, quando dovremo scegliere – tra uscire ora, o rimanere sempre più invischiati– cederemo, non correremo il rischio; preferiremo il diavolo che conosciamo. Per incoraggiarci in tale decisione, stanno facendo una serie di affermazioni discutibili.

Ci viene detto che l’uscita sarebbe una minaccia per l’economia del Regno Unito. Abbiamo appena assistito al curioso spettacolo del ministro delle finanze UK che ha insistito sulla riscrittura di un comunicato del G20 per includere un riferimento al potenziale “shock” conseguente al Brexit – sicuramente la prima volta in cui un paese ha utilizzato attivamente un forum internazionale per parlare di minacce per le proprie prospettive economiche.

Gli agenti di Progetto Paura – e sembrano essere ovunque – ci hanno avvertito che uscire dall’UE comprometterebbe la cooperazione tra diverse polizie, magistrature e intelligence. Ci è anche stato detto che l’UE è stata responsabile, negli ultimi 70 anni, di aver “mantenuto la pace in Europa“. In ogni caso il messaggio è che il Brexit è semplicemente troppo spaventoso; e la realtà è che queste minacce sono così selvaggiamente esagerate da essere una sciocchezza.

Infatti sono sempre più convinto che il rischio reale è quello di starsene senza fare nulla, rimanere inerti e compiacenti in un’Unione Europea non riformata che è inchiodata a un progetto federale su cui non abbiamo alcun controllo.

Prendiamo i cosiddetti rischi economici. Ricordate quando li valutate che la gente ora che rilascia raccapriccianti avvertimenti contro il Brexit è spesso la stessa (come ha appena osservato l’ex governatore della Banca d’Inghilterra, Mervyn King) che profetizzò disastri se la Gran Bretagna non avesse aderito all’euro. In realtà, è stato vero l’opposto. E’ l’euro che ha dimostrato di essere un incubo, una macchina economica di distruzione che sta ancora causando bassa crescita, alta disoccupazione e miseria reale in alcuni paesi europei.

La moneta unica è anche la causa delle tensioni tra paesi europei e di una certa retorica di una virulenza e cattiveria mai viste dopo la seconda guerra mondiale. Abbiamo avuto sommosse anti-tedesche in Grecia; abbiamo visto ritratti di Angela Merkel bruciati in Grecia. In Francia, i rapporti con la Germania sono nel punto più basso dal dopoguerra e il supporto per il Fronte Nazionale è ai livelli massimi. Invece di riconoscere questo disastro per quello che è – il risultato di un piano di eccessiva centralizzazione che vuole fondere diverse economie in una – l’UE è determinata a proseguire nella direzione sbagliata.

Francois Hollande chiede un nuovo Parlamento Federale dell’eurozona, e ci sono piani espliciti per tentare di salvare l’euro con la creazione di un’Unione Politica e Fiscale sempre più stretta, con conseguenze legislative che coinvolgerebbero la Gran Bretagna, anche se siamo fuori dall’eurozona.

Ci troviamo sull’orlo di un altro enorme salto centralizzatore – un salto nel buio – che implicherà meno democrazia, meno responsabilità e quindi un maggior rischio di disillusione ed eventuale terremoto politico. Non è il Brexit che presenta rischi economici; è l’euro, e i tentativi federalizzatori di salvarlo che sono la minaccia reale a lungo termine per la sicurezza e la stabilità.

Per quanto riguarda la tesi secondo cui l’UE è in qualche modo il garante militare della pace in Europa – ricordatevi cosa è successo quando all’UE è stato chiesto di occuparsi della Jugoslavia. Ricordate l’Ucraina. È la Nato e l’Alleanza Atlantica che garantisce la nostra sicurezza, come Maj Gen Julian Thompson ha sottolineato sempre su questo giornale oggi. Le pretese dell’EU sull’Europa sono – nella migliore delle ipotesi – fonte di confusione e – nella peggiore – destinati a incoraggiare un disimpegno americano.

È semplicemente falso, infine, dire che uscire dall’UE comporterebbe l’impossibilità per noi di coordinare le nostre attività in intelligence o di antiterrorismo o di polizia. Tutte queste operazioni possono essere condotte a livello intergovernativo – come infatti è sempre avvenuto, fino al recente passato.

Al contrario, è la Corte Europea di Giustizia, con il suo vasto nuovo potere superiore alla Carta dei Diritti Fondamentali, che rende più difficile di mese in mese per i servizi di sicurezza fare il loro lavoro – che si tratti di espellere gli assassini o monitorare sospetti terroristi. È l’Europa senza frontiere, ovviamente, che rende molto più facile muoversi ai nostri nemici. Come ha detto Ronald K Noble, l’ex capo dell’Interpol, l’area di Schengen è “come un cartello di accoglienza in Europa per i terroristi “.

Qualunque siano i rischi del Brexit, essi sono eclissati dai problemi di rimanere in un costrutto politico che è stato modificato fuori da ogni controllo da quando abbiamo aderito nel 1972. Quello che dobbiamo fare ora è trovare il coraggio scegliere il cambiamento. Abbiamo bisogno di una nuova partnership e un nuovo accordo con i nostri amici nell’UE, basata sul commercio e sulla cooperazione, ma senza questo apparato sovranazionale che è così obsoleto e che non viene imitato da nessuno.

È la possibilità della vita per energizzare la nostra democrazia, tagliare la burocrazia, risparmiare 8 miliardi di sterline l’anno, controllare i nostri confini e ottenere nuovi accordi commerciali con le economie in crescita che ci sono attualmente proibiti. Votare per Lasciare la UE sarebbe un bene per la Gran Bretagna e l’unico modo per costringere l’UE alle riforme di cui ha bisogno. Chiamiamolo Progetto Speranza.

 

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