Grasso: la lotta al terrorismo non deve impedire di accogliere i profughi

 

Un discorso lungo, insipido, ma a tratti anche sprezzante e demagogico quello del presidente del Senato Pietro Grasso all’incontro promosso dalla Rivista Italiana di Geopolitica Limes “Traffici e terrorismo”, alla Sala Capitolare. Alla fine, come al solito, si scagli con piu’ ferocia contro chi vede nell’immigrazione un pericolo, che contro i terroristi.

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Imperterriti, incuranti dei morti , del timore del popolo, della povertà e della disperazione, Grasso e gli altri politici di sinistra portano avanti l’agenda per cui sono stati messi abusivamente al governo da poteri sovranazionali. Due i punti su cui battono continuamente: Piu’ Europa e piu’ accoglienza migranti, malgrado il rischio terrorismo. Pare che altri problemi e necessità non ve ne siano.

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L’Unione sta attraversando da tempo ormai un momento di fragilità, per l’impatto della crisi economica e per l’incapacità di affrontare con coesione e con solidarietà i flussi di profughi e migranti. L’unilateralismo praticato anche sulla lotta allo Stato Islamico e sul futuro della Siria e della Libia ha danneggiato tutti e l’Unione come tale. Il mio auspicio è che l’Unione europea sappia ritrovare le ragioni dell’unità di intenti e azione, attraverso una profonda strategia politica nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, condivisa, meditata e seria”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso all’incontro promosso dalla Rivista Italiana di Geopolitica Limes “Traffici e terrorismo”, alla Sala Capitolare.

“Al tempo stesso -ha aggiunto- è necessario che la collaborazione delle strutture di intelligence e di polizia in questa materia, già molto intensa, sia razionalizzata e centralizzata per evitare che lo scambio di dati e informazioni si disperda nelle complessità dei sistemi nazionali di prevenzione e repressione. Le modalità di reclutamento degli operativi attraverso il web richiede poi sforzi nuovi per condividere mappature, modalità e tecnologie”.

Il richiamo dei terroristi dello Stato Islamico “a valori religiosi, abusivi e storpiati, deve essere correttamente inteso -ha sottolineato Grasso- come la copertura ideologica posticcia di un fenomeno che è prevalentemente criminale e geopolitico. Lo Stato Islamico è una creazione geopolitica a vocazione territoriale che riempie i vuoti causati dalla debolezza e dall’assenza di politica ed istituzioni nell’area fra Siria e Iraq, oggi conosciuta come Siraq. La struttura dello Stato Islamico è largamente concepita attorno ad attività criminali necessarie per la sua sopravvivenza e per la fornitura di servizi ai suoi ‘cittadini’. Fra questi il traffico di droga, di esseri umani, di armi e di beni culturali”.

La politica in questi giorni ha la difficilissima responsabilità di tutelare la vita e la serenità dei cittadini, mantenendo però sempre la saggezza e la lucidità necessarie per combattere la barbarie solo con gli strumenti dello Stato di diritto, della democrazia, del multilateralismo e della diplomazia”.

“Per questo -ha evidenziato il presidente Grasso- sento forte il dovere di ripetere che il nostro impegno contro il terrorismo non deve mai mettere in discussione il dovere, morale e giuridico, di accogliere le persone incolpevoli che fuggono da guerre, persecuzioni e dagli orrori dello Stato Islamico; e l’obbligo di proteggere i diritti fondamentali e la libertà di credo di ciascuno, che sia cittadino o migrante”.

“Io sono convinto -ha continuato- che l’approfondimento e le analisi di chi si impegna nella ricerca e nello studio siano in questo momento un prezioso antidoto alla superficialità e al semplicismo di cui abbiamo purtroppo avuto qualche esempio in queste ore”.

Non esito a definire irresponsabile, pericoloso e controproducente -ha concluso- il tentativo di chi intende alimentare la comprensibile paura e lo smarrimento dei cittadini, instillando odio e rancore verso chi è diverso e del tutto incolpevole e vive con altrettanta paura i nostri tempi“.

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