L’Italia regala 300mila euro all’UNESCO per mappare i siti culturali occupati da Isis

La Cooperazione italiana, nell’ambito del progetto “Technical assistance for the rehabilitation and management for Iraqi Cultural Heritage”, ha avviato, in collaborazione con il Mibact ed in raccordo con l’Unesco, la realizzazione di una fase pilota volta alla creazione di un database georeferenziato e alla successiva analisi dello stato dei siti archeologici e dei monumenti colpiti e minacciati dal Daesh.

Sul piano operativo, si tratta di rilevamento per la raccolta di informazioni, attraverso l’uso di riprese satellitari e predisposizione di documentazioni sintetiche, finalizzate al monitoraggio a distanza, alla prevenzione e repressione del traffico illecito dei reperti, con l’intento di condividere tali informazioni nell’ambito delle attività di coalizione anti-Daesh. La prima attività di mappatura ha riguardato il distretto di Mosul. Ai fini di un ampliamento territoriale dell’analisi in corso, è stato recentemente concesso all’Unesco un finanziamento di 300 mila euro, il cui principio ispiratore è da un lato garantire il monitoraggio e la valutazione di aree e siti archeologici, e dall’altro attivare una campagna internazionale di sensibilizzazione sulla salvaguardia del patrimonio culturale iracheno.

A fronte della rilevanza delle attività in corso e dell’interesse suscitato, la Cooperazione italiana intende proseguire la propria azione, estendendo la mappatura e la successiva analisi dello stato dei monumenti e dei siti archeologici a ulteriori governatorati.

L’Italia conferma così il suo tradizionale impegno per la salvaguardia e la valorizzazione di un patrimonio unico per la storia dell’umanità, che costituisce anche una grande opportunità di crescita per il Paese. In un contesto ancora instabile, oggi più che mai, esiste un legame indissolubile tra l’Italia e l’Iraq, sinonimo della solidarietà che la Cooperazione italiana intende dispiegare assieme alla comunità internazionale, per contribuire al processo di ricostruzione e pacificazione del Paese.

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Le università di Oxford e Harvard hanno invece annunciato la nascita di un team formato dagli archeologi dei due atenei per “salvare” i monumenti minacciati dagli uomini del Califfo in Medio Oriente. (http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/scienza/2015/08/28/isis-piano-oxford-harvard-per-salvare-monumenti-in-digitale_0c5b6e05-f64f-4eeb-aa3c-40a52b973fdf.html)

Come rivela The Times, gli archeologi hanno messo a punto un piano per “inondare” da fine settembre tutte le regioni a rischio, a partire dall’Iraq, con migliaia di piccoli droni a basso costo dotati di telecamere 3D per fotografare la maggior quantità possibile di reperti e opere. Un progetto da due milioni di sterline che è stato sviluppato dall’Institute for Digital Archaeology (IDA) di Oxford, che, insieme all’Unesco, spera di riuscire a raccogliere circa cinque milioni di fotografie entro la fine di quest’anno e ben 20 milioni entro il 2016.

I monumenti saranno distrutti con comodità dai jihadisti però, con due milioni di sterline, ci resteranno le foto. Sigh!

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