Carcere di Cremona: detenuti stranieri scatenati, 3 agenti in ospedale

Nel carcere di Cremona si registrano numerose aggressioni nei confronti degli agenti di Polizia Penitenziaria da parte dei detenuti. Lo sostiene il Sappe, sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria. Aggressioni che avverrebbero “sempre nell’indifferenza dell’amministrazione penitenziaria, che non adotta alcun provvedimento a fronte di queste continue violenze”.

“Ieri mattina – riferisce Alfonso Greco, segretario regionale della Lombardia del Sappe – un detenuto rumeno, ricorrente, voleva uscire dalla cella ad ogni costo, senza aspettare l’autorizzazione dell’agente. Quando è stata aperta la porta, fulmineamente ha aggredito il collega e due altri colleghi che sono intervenuti a soccorso. Risultato, tre agenti in ospedale.

Dopo, in un’altra sezione del carcere, un detenuto marocchino, definitivo fino al 2016, aggrediva un altro ristretto per futili motivi, ma l’aggressione è stata così violenta da cagionare lesioni importanti”. “Con difficoltĂ  i colleghi hanno allontanato l’aggressore. Ora, al di lĂ  di tutto, siamo veramente sfiancati. PerchĂ© non interviene nessuno? Dove si deve arrivare? Le autoritĂ , tutte le autoritĂ , attendono forse il morto per prendere provvedimenti?”, conclude Greco.

Aggiunge da Roma il segretario generale del Sappe Donato Capece: “Le responsabilitĂ  di direttore e comandante per quel che da mesi avviene in carcere a Cremona sono talmente evidenti che mi sorprende come l’Amministrazione penitenziaria non adotti adeguati provvedimenti, come il trasferimento di entrambi”. Capece evidenzia “la professionalitĂ , la competenza e l’umanitĂ  che ogni giorno contraddistingue l’operato delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria con tutti i detenuti per garantire una carcerazione umana ed attenta pur in presenza ormai da anni di oggettive difficoltĂ  operative, le gravi carenze di organico di poliziotti, le strutture spesso inadeguate”. “Attenti e sensibili – conclude Capece – noi poliziotti penitenziari, alle difficoltĂ  di tutti i detenuti, indipendentemente dalle condizioni sociali o dalla gravitĂ  del reato commesso. Ma che corrono rischi e pericoli ogni giorno, in carcere, a Cremona, per il solo fatto di essere rappresentanti dello Stato che garantiscono sicurezza e perciò pagano prezzi altissimi in termini di stress e disagi”.

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