Legge elettorale: Appello al Presidente della Repubblica

APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Al Sig. Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella

Palazzo del Quirinale, 00187 Roma – Piazza del Quirinale.

Signor Presidente,

il mio nome è ……………nato a ……il………

Mi rivolgo a Lei per scongiurarla di non porre la Sua firma sulle modifiche della legge elettorale che Renzi vorrebbe far approvare dal Parlamento.

Tutte le sinistre (molte delle quali si riconoscono nel Partito Democratico), bollarono come “LEGGE TRUFFA” una legge proposta da De Gasperi che avrebbe dato un premio di maggioranza al partito o alla coalizione che avesse superato il 50% dei voti.

La nuova legge elettorale darebbe la maggioranza assoluta, alla Camera dei Deputati, al partito che risultasse più votato (essendo ora molti i partiti in competizione forse basterebbe un 30% di voti per ottenere il 55% dei deputati).

Questa non è certo democrazia e Lei non permetta questa offesa alla Costituzione,

Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti..

Firma

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Renzi vuole fare una legge elettorale che dia al partito che prende più voti la maggioranza alla Camera dei Deputati. Poniamo il caso che che il suo partito prenda un 25% di voti e il secondo partito ne prenda il 22% e tutti gli altri partiti ancora di meno, Renzi avrebbe il 55% dei deputati.

Il Senato poi non sarebbe eletto dai cittadini e quindi le leggi le farebbe Renzi o chiunque, con quella legge, raccogliesse col suo partito un voto in più degli avversari.

Io ricordo di persona quando tutti quelli che oggi stanno nel partito di Renzi (tutte le sinistre) accusarono quel galantuomo di Alcide De Gasperi (uno che con la politica ha fatto miracoli per l’Italia, ma è morto senza essersi arricchito con la politica) che è stato accusato di aver fatto “UNA LEGGE TRUFFA” perchè con quella legge se avesse conquistato il 50% più uno dei voti, avrebbe avuto un “piccolo premio di maggioranza”. Tutti gli eredi di galantuomini come Berlinguer e Nenni si dovrebbero vergognare di sostenere un ciarlatano (mai eletto a capo del governo dal popolo) come Renzi.

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Marco Travaglio ha citato oggi:

“il Discorso sulla servitù volontaria” dello scrittore francese Etienne de la Boétie, che lo ultimò intorno al 1549 ma poté pubblicarlo clandestinamente, solo nel 1576, e con un altro titolo.

E basta leggerne qualche riga per capire il perché: “Vorrei soltanto riuscire a comprendere – scrive De la Boétie – come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi”.

Il pensatore francese, sosteneva che “il potere diventa tirannide non tanto per la prava volontà dei dittatori, quanto piuttosto per la supina condiscendenza dei cittadini che diventano sudditi senza neppure accorgersene”. E incoraggiava tutti gli spiriti liberi alla resistenza passiva contro i regimi autoritari che li opprimevano, rassicurandoli sul fatto che non avrebbero dovuto versare neppure una goccia di sangue: bastava che non collaborassero.

“Non c’è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù. Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla”. E tutto il suo enorme potere verrebbe giù come un castello di carte al primo soffio di vento.

“Sono dunque i popoli stessi che si lasciano incatenare, perché se smettessero di servire, sarebbero liberi. È il popolo che si fa servo, si taglia la gola da solo e, potendo scegliere tra servitù e libertà, rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo”.

La lotta per il potere può essere terribile, ma la lotta per le briciole del potere è sempre patetica.”

Ramón Eder Labayru

Che poi, in verità, come diceva Henry de Montherlant: “Non esiste il potere. Esiste l’abuso di potere, nient’altro.”

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