
“Così Romano Prodi ci ha fregato col Patto di StabilitĂ ”: il libro di Angelo Polimeno smaschera il Professore
Romano Prodi –  liberoquotidiano.it
Tra i padri dell’euro in Italia c’è lui, l’ineffabile Romano Prodi. Una veritĂ storica, che tutti conoscono. Ma il Mortadella – e questo è un fatto che molti ignorano – è padre anche di quel Patto di StabilitĂ che oggi soffoca i Paesi di eurolandia in difficoltĂ , Italia in primis. Una responsabilitĂ , quella dell’ex premier, che viene ricostruita per filo e per segno dal giornalista Rai Angelo Polimeno, che in un libro dal titolo Non chiamatelo euro (Mondadori, 154 pagine, 12 euro) ci spiega come Prodi, ai tempi, ci fregò due volte. Sull’euro e sui trattati di Maastricht in cui, appunto, venne messo nero su bianco il Patto di StabilitĂ .
La clausola – Era il 1992, erano gli anni del passaggio dalla prima alla seconda repubblica, quando nei patti di Maastricht fece capolino la prima bozza del patto di StabilitĂ . Polimeno spiega: “A fine anni Ottanta-inizio Novanta il governo Andreotti riuscì a ottenere che i parametri del trattato di Maastricht su deficit e debito venissero verificati con il criterio della tendenzialitĂ ”. Inoltre la prima versione del patto prevedeva (con lungimirante anticipo rispetto alla grande crisi di questi giorni) di sospendere i vincoli di bilancio in periodi particolarmente duri per le economie di un Paese. Il giornalista spiega che gran parte del merito per il successo dell’operazione fu di Guido Carli, allora ministro, che “godeva di grande credito in Germania” e che “spiegò al cancelliere Kohl che serviva gradualitĂ nella riduzione del debito”. La Francia era d’accordo e, aggiunge Polimeno, “aveva posto come condizione per l’adesione all’euro che anche l’Italia ne facesse parte. Parigi temeva la svalutazione della lira”.
La menzogna di Prodi – Dunque, emendato e meno rigido, pur tra mille difficoltĂ il primo accordo entrò in vigore il 7 febbraio 1992. Principi giusti, ma tempi sbagliati: il mese successivo, infatti, sarebbe scoppiata Tangentopoli. La politica italiana e i suoi volti, ed è storia, sarebbero cambiati radicalmente. “Andreotti e Carli – riprende il racconto il giornalista – escono di scena. Le pressioni della Bundesbank riprendono fortissime. A questo punto Kohl lavora per convincere Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi per cambiare il criterio della tendenzialitĂ e la sospensione”. E ci riesce. Con un aggravante: il cambiamento non avviene attraverso un nuovo trattato internazionale. Infatti “si ricorre a uno stratagemma, approvare un regolamento che non ha bisogno di passare nĂ© dal Parlamento nĂ© dal voto referendario. Il numero 1466 del ’97, piĂą conosciuto come Patto di stupiditĂ ”. GiĂ , “patto di StupiditĂ ”, come lo chiama oggi Prodi. Peccato, conclude Polimeno, che “prodi non ricorda mai di averlo firmato lui“, quel patto scellerato.
