I sindacati fanno finta di allarmarsi DOPO la vendita di Pirelli alla Cina

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I Sindacati si ricordano di mettersi in allarme per la vendita della Pirelli ai cinesi. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, spiega: “La vendita di un pezzo pregiato del nostro sistema industriale, quale e’ Pirelli, a capitali stranieri non sarebbe in se’ un dramma se il capitalismo italiano fosse in grado di reggere le sfide della competizione internazionale e il governo avesse una politica industriale capace di indirizzare e tutelare le energie produttive che pure esistono in Italia”. “La verita’”, prosegue il leader del sindacato di Corso Italia, “e’ che sia Confindustria che il governo preferiscono una competizione sui costi colpendo i diritti e i salari dei lavoratori, piuttosto che sfidare il mondo in termini di know how, innovazione, buona occupazione”.

“Cio’ che ora ci preoccupa e che, credo, debba essere una priorita’ delle istituzioni”, conclude Camusso, “e’ garantire che il patrimonio umano di conoscenze e di capacita’ lavorativa non vada disperso. Per questo ci aspettiamo che l’azienda chiarisca al piu’ presto i termini dell’operazione e che il governo si attivi per avere garanzie sui siti industriali e sui livelli occupazionali del Paese”.

FURLAN, ENNESIMA SCONFITTA PER NOSTRO CAPITALISMO – “E’ l’ennesima sconfitta per il nostro capitalismo finanziario, incapace di difendere i marchi storici italiani e di investire nelle aziende di grande qualita’ del nostro paese, dove c’e’ una grande professionalita’ dei lavoratori, produttivita’, ricerca e innovazione frutto di accordi importanti con il sindacato. Tutti fattori importanti che le grandi aziende straniere invece riconoscono ed hanno capito visto che investono ingenti capitali per acquisire i marchi italiani”. Lo dichiara in una nota il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a proposito della vicenda Pirelli. “Ora la cosa importante e’ che la sede, la tecnologia e le produzioni restino in Italia. Chiederemo come sindacato garanzie precise al nuovo gruppo che siano garantiti gli investimenti e soprattutto l’occupazione. La Pirelli e’ un marchio storico radicato per il nostro paese, di grande qualita’ e molto competitivo sui mercati internazionali.

L’operazione finanziaria che ha portato il gruppo milanese in mano al colosso China national chemical Corporation deve significare una opportunita’ per il rilancio delll’inndustria maanufatturiera e non lo smantellamento”, conclude Furlan, “certo e’ impressionante il silenzio del governo , della politica e della classe dirigente di fronte a queste operazioni finanziarie che riguardano il futuro produttivo del paese”.

BARBAGALLO, FARE DI TUTTO PER SALVAGUARDARE OCCUPAZIONE – “Il governo non e’ ancora riuscito a fissare regole per evitare che, in un regime di globalizzazione, l’Italia diventi un discount, dove ognuno viene a fare la spesa: occorre creare le condizioni per favorire una politica industriale che preservi i gioielli di famiglia”. Lo dichiara il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a proposito della vicenda Pirelli.
Il riassetto della societa’, prosegue Barbagallo, “a breve, potrebbe rappresentare l’occasione per un’iniezione di investimenti, ma bisogna fare di tutto per impedire che possa andare via la direzione, la ricerca e tutto cio’ che e’ necessario per salvaguardare un know-how e un patrimonio industriale e occupazionale prezioso per il nostro Paese”.
(AGI) .

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