Eco-mafie, sequestrate 3 cooperative: vendevano rifiuti come abiti nuovi

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Ecomafia: abiti usati dei secchioni gialli rivenduti come nuovi in Africa ed Est Europa, sgominata organizzazione.
Sequestrate tre cooperative. Non si esclude un legame con Mafia Capitale“

Un business milionario nascosto dietro gli indumenti lasciati nei secchioni gialli per la raccolta di abiti usati. Vestiario che tramite una serie di passaggi ‘poco chiari’ arrivava sino in Africa ed Est Europa dove i ‘rifiuti’ venivano venduti come nuovi con un guadagno da milioni di euro. Un vero e proprio caso di Ecomafia sgominato dagli agenti della Polizia di Stato e dalla polizia provinciale nell’ambito di una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia d Roma (DDA).

MISURE CAUTELARI – La maxi operazione, scattata alle prime luci dell’alba, ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari emesse nei confronti di altrettante persone, ritenute a vario titolo appartenenti all’organizzazione criminale operante in Italia tra Roma, Napoli e Salerno e nei Paesi fuori Ocse.

ECOMAFIA – Secondo le risultanze investigative il sodalizio violava le normative sulla tutela ambientale e sullo smaltimento dei rifiuti speciali, saltava le operazioni di igienizzazione e rivendeva all’estero gli indumenti, in violazione di numerose disposizioni del D.lgs. 152/2006 (Testo Unico dell’Ambiente). Tutti reati sono aggravati dall’articolo 4 del decreto legislativo n. 146/2006, avendo i responsabili fornito il loro contributo nella commissione dei reati a vantaggio di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato.

romatoday.it

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One thought on “Eco-mafie, sequestrate 3 cooperative: vendevano rifiuti come abiti nuovi

  1. Sono anni che dico in giro di non mettere gli abiti usati nei contenitori gialli.- Anni orsono un’altro gruppo criminale (quella volta camorra) faceva transitare da Prato gli abiti usati poi venivano riciclati nello stesso modo e tutto il resto inutilizzabile sicuramente finiva nella “terra dei fuochi”. Utilizzare i cassonetti dell’indifferenziata se non si sa a chi effettivamente la può riutilizzare.-

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