Natale, monito del papa: “Nelle tenebre chi fa leggi per se'”

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25 dic. – Papa Francesco ha celebrato nella Basilica di San Pietro, gremita da circa 5 mila fedeli, la messa della Notte di Natale. Il rito e’ stato trasmesso in mondovisione. Nella processione verso l’altare della Confessione, Bergoglio e’ stato preceduto dai cardinali che hanno sfilato in ordine di precedenza.

Un cantore ha quindi intonato la “Kalenda”, il tradizionale canto gregoriano che annuncia il Natale. Francesco ha poi incensato un Bambinello portato da due bimbi, uno libanese e uno siriano, la cui presenza e’ un segno di attenzione verso quel popolo sofferente.

Francesco ha poi incensato anche l’altare, mentre le campane della Basilica iniziavano a suonare a distesa. Il rito, iniziato alle 21,30, cioe’ in anticipo rispetto agli anni precedenti, ha vissuto cosi’ il suo momento culminante. Subito dopo e’ iniziata la liturgia della Parola

Nella Notte Santa di Betlemme, la “grande luce” promessa da Isaia “la vide la gente semplice, disposta ad accogliere il dono di Dio. Al contrario, non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura”. Lo ha ricordato Papa Francesco nell’omelia della pronunciata nella Basilica di San Pietro.

“L’origine delle tenebre che avvolgono il mondo si perde nella notte dei tempi”, ha sottolineato il Pontefice invitando i 5 mila fedeli presenti e quelli che assistevano al rito grazie alla mondovisione a ripensare “all’oscuro momento in cui fu commesso il primo crimine dell’umanita’, quando la mano di Caino, accecato dall’invidia, colpi’ a morte il fratello Abele”. In seguito, ha ricostruito Francesco, “il corso dei secoli e’ stato segnato da violenze, guerre, odio, sopraffazione”. Ma, ha aggiunto, “lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio ci rivela che Dio e’ Padre e che la sua paziente fedelta’ e’ piu’ forte delle tenebre e della corruzione”.

“In questo – ha scandito – consiste l’annuncio della notte di Natale”. “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”, ha quindi spiegato il Pontefice evocando “l’angelo del Signore che si presento’ ai pastori” e “la gloria del Signore che li avvolse di luce”. “Cosi’ – ha osservato – la liturgia di questa santa notte di Natale ci presenta la nascita del Salvatore: come luce che penetra e dissolve la piu’ densa oscurita’”.

Infatti, “la profezia di Isaia annuncia il sorgere di una immensa luce che squarcia il buio. Essa nasce a Betlemme e viene accolta dalle mani amorevoli di Maria, dall’affetto di Giuseppe, dallo stupore dei pastori”.
“Guardiamo il presepe e preghiamo – ha quindi suggerito il Pontefice – chiedendo alla Vergine Madre: ‘O Maria, mostraci Gesu’!'”. (AGI) .

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