Arriva anche la tassa sul cartello degli orari: esplode la furia dei negozianti

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12 dic – Ennesima tassa per le imprese: la tassa sul cartello degli orari. E’ polemica a San Donato Milanese, dove vengono multati i negozianti: infatti anche il nome sulle vetrine è considerato pubblicità. “Fanno davvero di tutto per scoraggiarci” dicono sconsolati i negozianti.

L’amministrazione comunale da qualche tempo, racconta il Giornale, ha dato mandato all’agenzia di riscossione (Ica) di riverificare tutte le insegne e le pubblicità dei negozi.

Foto scattate di nascosto, misurazioni fatte a mano con il metro. E poi sono arrivate le multe, non erano molti i negozi in regola. La titolare di una pizzeria spiega come sono andate le cose: “Per 12 anni è stato tutto a norma – racconta la titolare della pizzeria 4 Archi -. Poi, mi vedo recapitare dall’Ica una cartella di pagamento di 2.400 euro perché non avrei rispettato il limite di 5 metri quadrati per le insegne esterne”.

In base alla legge, fino a 5 metri quadrati complessivi non si pagano imposte. Che cosa s’è inventata l’agenzia di riscossione? Tre sanzioni: 1) La tabellina con gli orari della pizzeria contiene il nome «4 Archi», quindi è pubblicità: 800 euro di multa. 2) La lavagna con il menù contiene il nome «4 Archi», quindi è pubblicità: 800 euro di multa. 3) La vetrofania sulla porta contiene il nome «4 Archi», quindi è pubblicità: altri 800 euro.

I casi sono molto numerosi, con alcuni episodi paradossali:

Il paradosso però è stato raggiunto con un’infrazione contestata dall’Ica alla Bottega d’arte orafa: 160 euro per avere esposto quotidianamente in vetrina una lavagnetta con la frase del giorno. Insomma, un semplice aforisma. Che c’entri con la pubblicità non è dato sapere ma il titolare, Paolo Galazzi, ha pagato subito.

 

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