Parolin, i cristiani del Medio Oriente non chiedano protezione ai dittatori per sopravvivere

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20 ott. – I cattolici nei Paesi del Medio Oriente dove sono “un piccolo gregge” non debbono “cedere alla tentazione di cercare di farsi tutelare o proteggere dalle autorita’ politiche o militari di turno per ‘garantire’ la propria sopravvivenza”.

Sono le parole del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin che, intervenendo al Concistoro sul Medio Oriente, segnano una svolta rispetto al tradizionale atteggiamento della Chiesa in Paesi, come la Libia, l’Iraq e la Siria, dove spesso le comunita’ cristiane hanno ricevuto sostegno dai regimi militari.

Il cardinale Parolin ha sottolineato – nel suo intervento al Concistoro sul Medio Oriente convocato da Papa Francesco – che come “lievito nella massa” i cristiani del Medio Oriente “devono offrire un contributo insostituibile alle rispettive societa’ che si trovano in un processo di trasformazione verso la modernita’, la democrazia, lo stato di diritto e il pluralismo”. L’appello e’ dunque ad impegnarsi per transizioni verso la democrazia.

“E’ lecito fermare l’aggressore ingiusto, sempre, pero’, nel rispetto del diritto internazionale”, ha ribadito inoltre Parolin citando esplicitamente il Papa. Ma con altrettanta “chiarezza” Francesco, ha ricordato Parolin, ha mostrato che “non si puo’ affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare”. Si tratta invece di affrontare il tema del terrorismo e dello Stato islamico “piu’ approfonditamente a partire delle cause che ne sono all’origine e vengono sfruttate dall’ideologia fondamentalista”.

“Per quanto riguarda il cosiddetto Stato Islamico, va prestata inoltre attenzione – ha raccomandato un po’ controcorrente il capo della diplomazia vaticana – alle fonti che sostengono le sue attivita’ terroristiche attraverso un piu’ o meno chiaro appoggio politico, nonche’ tramite il commercio illegale di petrolio e la fornitura di armi e di tecnologia”. “In un momento di particolare gravita’, dato il numero crescente di vittime causate dai conflitti esplosi in Medio Oriente, la comunita’ internazionale – ha ammonito il capo della diplomazia vaticana – non puo’ chiudere gli occhi di fronte a questa questione, che ha una profonda rilevanza etica”. La Santa Sede guarda con fiducia e speranza a un possibile “ruolo dell’Iran nella risoluzione della crisi in Siria e in Iraq e nella stessa lotta contro il cosiddetto Stato islamico”. “La pace in Medio Oriente va cercata – ha detto Parolin – non con scelte unilaterali imposte con la forza, ma tramite il dialogo che porti a una soluzione ‘regionale’ e comprensiva, la quale non deve trascurare gli interessi di nessuna delle parti”. (AGI) .

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