10 ott 2014 – Nel corso del sinodo straodinario sulla famiglia in corso in Vaticano, “da piu’ parti”, si legge in una sintesi diffusa dalla sala stampa della Santa Sede, “e’ stata evidenziata la tendenza di alcuni Paesi ed organizzazioni del mondo occidentale di presentare, in particolare nel contesto dell’Africa, alcuni concetti (tra cui l’aborto e le unioni omosessuali), come ‘diritti umani’, legando gli aiuti economici e forti campagne di pressione alla recezione di tali concetti“.
A tal proposito, prosegue la sintesi vaticana, “e’ stato anche evidenziato che l’espressione ‘diritti alla salute sessuale e riproduttiva’ non ha, nell’ambito del diritto internazionale, una definizione precisa, finendo per racchiudere in se’ principi in contraddizione tra loro, come la condanna dell’aborto forzato e la promozione dell’aborto sicuro, oppure la tutela della maternita’ e la promozione della contraccezione. Pur se privi di valore vincolante, tuttavia la promozione di tali ‘diritti’ rappresenta un rischio, perche’ puo’ influenzare l’interpretazione di altre norme, in particolare nel campo della lotta contro la discriminazione della donna”.
Al sinodo, ancora, “e’ stata ribadita la vocazione alla vita come elemento fondante della famiglia; di qui, l’invito ai fedeli affinche’ approfondiscano la conoscenza dell’Enciclica di Paolo VI Humanae vitae, comprendendo cosi’ meglio anche il significato del ricorso ai metodi naturali di regolazione della fertilita’ e della non accettazione della contraccezione. Unione e procreazione – si e’ detto – non sono separate dall’atto coniugale. Ribadita, quindi, cin forza la condanna della manipolazione genetica e della crioconservazione degli embrioni”. asca