Il business dei rifugiati: all’ONU 22 miliardi di dollari in un anno

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3 ottobre  – Follow the money, segui il denaro, dice una delle più celebri regole del giornalismo investigativo. Che vale anche in questo caso. Seguendo il denaro  si può raccontare l’intera storia di quest’anno: i dodici mesi trascorsi dopo il naufragio di Lampedusa.

Nel 2013 il totale dei finanziamenti globali per gli interventi umanitari ha raggiunto i 22 miliardi di dollari. Una cifra colossale, ma in realtà i fondi non bastano più, secondo l’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati Antonio Guterres. “Negli ultimi anni – ha detto – abbiamo assistito allo scoppio o all’inasprimento di conflitti in una moltitudine di luoghi e queste crisi stanno diventando più imprevedibili e sempre più interconnesse. Con ogni probabilità, negli anni a venire tutta questa situazione porterà solo ad altri massicci aumenti dei bisogni umanitari”.

E’ fitto il programma delle celebrazioni che oggi si terranno a Lampedusa, dove saranno presenti anche trenta dei superstiti della strage. Sono previsti una cerimonia interreligiosa e un convegno al quale prenderanno parte il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro degli Esteri Federica Mogherini e il ministro dell’Interno Angelino Alfano.

Segui il denaro, appunto. Il 18 ottobre dell’anno scorso, meno di due settimane dopo la strage, il governo Letta avviò l’operazione “Mare Nostrum” che ha consentito di salvare 140.000 vite umane. Il costo mensile dell’operazione è di nove milioni di euro, oltre cento milioni in un anno. Tutti a carico dell’Italia. Gli appelli a farne una operazione europea sono tutti caduti nel vuoto. La Ue è disposta a mettere in campo solo Frontex, la sua Agenzia per la difesa delle frontiere.

C’è una relazione diretta, evidente, tra l’aggravarsi delle crisi in Medio Oriente e in Africa e l’aumento degli sbarchi. L’argomento “europeo” secondo cui “Mare Nostrum” avrebbe in qualche modo “incentivato gli arrivi” è smentito da tutti i dati. Come ha sottolineato l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina militare, i flussi di migranti nel Mediterraneo erano aumentati già prima della tragedia di Lampedusa e dell’avvio dell’operazione di salvataggio.

La “globalizzazione dell’indifferenza”, secondo la definizione di Papa Francesco, conduce l’Europa a fare conti molto precisi sulle spese (l’agenzia Frontex ha una dotazione annua di 80 milioni di euro, cioè 30 milioni di meno di quanto l’Italia spende per Mare Nostrum) e a trascurare altre cifre. Per esempio quelle relative alla distribuzione tra i diversi Paesi del “peso” dell’ospitalità verso quanti fuggono da guerre e persecuzioni, un dovere sancito dal diritto internazionale. Quest’anno in Europa sono arrivati 200mila profughi da paesi come la Siria e l’Eritrea. Ma i Paesi limitrofi (Libano, Turchia, Giordania) ne ospitano tre milioni.

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